Regia di Raoul Walsh vedi scheda film
Ho letto recentemente un saggio in cui, in un capitolo dedicato a Raoul Walsh, si evidenzia come, sebbene il regista sia stato uno dei pionieri di Hollywood (i primi film diretti sin dagli anni 10), uno dei più prolifici (circa 50 anni di carriera con persino 3 o 4 film diretti in un anno) e abbia realizzato dei veri e propri capolavori in svariati generi, egli non è riuscito ad imporsi nell'immaginario collettivo tra i grandi nomi del firmamento cinematografico, a differenza di Ford, Hawks o Wilder. Questa premessa si scontra ulteriormente con la straordinaria modernità del film La furia umana: innanzitutto ciò che ancora colpisce è un ritmo forsennato nella vicenda. Sin dalle prime scene si assiste ad una rapina, non c'è attesa o climax nella vicenda, il protagonista appare sin dalle prime sequenze in tutta la sua spietatezza. Dopodichè la vicenda evolve in modo variegato: una parentesi di fuga, una sequenza carceraria ed infine un ultimo colpo tanto fatale quanto spettacolare nell'epilogo. Su tutto questo troneggia James Cagney, che con il suo ghigno, le sue movenze schizofreniche, le sue crisi e quella perversa venerazione verso la madre, crea un personaggio entrato nella storia dei cattivi di hollywood, che nonostante un fisico piuttosto limitato rispetto ai canoni americani riesce ancor più a trasmettere un'inestinguibile energia dal suo gangster (che per certi versi mi ha ricordato i personaggi interpretati da Joe Pesci rispettivamente in Quei bravi ragazzi [qui addirittura assistiamo ad un omicidio attraverso un cofano, in una sequenza pressoché identica ripresa 40 anni dopo da Scorsese] e Casinò). Il realismo quasi documentaristico della messinscena (soprattutto nelle sequenze di inseguimento da parte della polizia) non spingono il pubblico nemmeno a dover concedere certe licenze di inverosimiglianza come a volte capita nei film che accusano il peso degli anni. Altrettanto mirabili le poche concessioni alla love story, che già dalla presentazione del personaggio femminile, fanno emergere un rapporto corrotto e votato al tradimento. Unico personaggio femminile, non positivo, ma leale verso il protagonista è difatti la madre. In conclusione una pellicola che ancora oggi lascia stupiti e incollati allo schermo.
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