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San Babila ore 20: un delitto inutile

Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su San Babila ore 20: un delitto inutile

di axe
7 stelle

Il film racconta una giornata di quattro giovani estremisti di destra milanesi, i due studenti Michele e Franco, Fabrizio ed Alfredo, di origini meridionali. I "sanbabilini" - così chiamati poichè soliti radunarsi in Piazza San Babila, presso il centro di Milano - iniziano la mattinata presenziando con scarsa convinzione al funerale di un ex-militante repubblichino, successivamente si dedicano al danneggiamento di ciclomotori ritenuti di proprietà di studenti di sinistra. Di seguito, i quattro si dividono, per poi ritrovarsi nel momento in cui rimorchiano Lalla, una sprovveduta ragazza che ben presto diviene oggetto delle loro attenzioni sessuali. Ancora, un fallito attentato, screzi tra loro, vandalismi e prepotenze, fino alla scelta di uccidere un giovane ritenuto di diverse idee politiche. Diretto da Carlo Lizzani, il film rappresenta questi ragazzi della destra eversiva nei peggiori connotati possibile. La negatività dei protagonisti travalica l'ambito politico. Provenienti da famiglie benestanti ma dissestate, cresciuti da genitori incapaci di educarli, perchè troppo teneri o troppo duri, o con trascorsi di violenza, trovano in un nebuloso miscuglio di ideali fascisti e nazisti supporto allo loro rabbia, che sfogano non solo contro bersagli politici ma anche contro oggetti o persone qualunque. Per lo più timorosi ed insicuri quando sono da soli, trovano nella compattezza del "branco" il coraggio per colpire. Paiono totalmente incapaci di comprendere il disvalore delle proprie azioni, non sempre generate dal "movente politico"; a volte anche avidità o semplice rabbia li spingono a fare il male. Il loro stato d'animo è strettamente connesso al malessere di una società perbenista ed ignava; Carlo Lizzani mostra una Milano brulicante di persone, frenetiche, assolutamente indifferenti al degrado che le circonda. Emblematiche le sequenze conclusive, che mostrano i due ragazzi braccati dai protagonisti fendere una folla assolutamente incurante del loro correre spaventati. Alla stessa maniera, le forze dell'ordine, più volte visibili nelle zone "turbolente" della città, non agiscono con solerzia e determinazione, ma si limitano ad avvisare, in caso di scontri o manifestazioni eversive, l'"ufficio politico". A questo proposito, il dialogo tra un poliziotto ed il giovane Alfredo, al suo ennesimo arresto, rende palese il disinteresse della forza pubblica per tafferugli di matrice politica, in favore di altri eventi. Gli interpreti dei protagonisti non sono attori di primo piano; sono vestiti più o meno nella stessa maniera, con occhiali da sole a goccia e vari monili dorati, hanno visi ed acconciature da bravi ragazzi, ma ... picchiano duro, preferendo bersagli deboli. La narrazione è molto frammentata, l'attenzione si sposta ora su uno, ora su un altro, ora su più protagonisti riuniti. Colonna sonora di Ennio Morricone, un po' anonima. Ho trovato il film molto interessante; il regista racconta, con spirito estremamente critico, le vite di quattro ragazzi milanesi, la cui militanza nell'estrema destra eversiva sembra, del loro deterioramento morale, più una conseguenza, che la causa, da ricercarsi in un contesto sociale di diffusi ipocrisia ed egoismo.

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