Regia di D. Brownson (Cesare Canevari) vedi scheda film
A Tucson una banda di fuorilegge fa il bello e il cattivo tempo. A loro decidono di opporsi alcuni volontari, riunitisi alla bell'e meglio, fra i quali non mancano anche delle donne. La sfida è aperta.
Per un dollaro a Tucson si muore è l'esordio dietro la macchina da presa per Cesare Canevari, che pure sfrutta lo pseudonimo anglofono - come era usanza all'epoca - di D. Brownson. Niente a che vedere con ciò che il Nostro saprà fare in seguito; regista dotato di inventiva e dedito a soluzioni imprevedibili sia sul piano della forma che su quello dei contenuti, Canevari dimostrerà meglio le sue potenzialità (anzi: le dimostrerà, punto) nel successivo spaghetti western Matalo! (1970). Qui, anche autore della sceneggiatura, si limita a scimmiottare gli stereotipi del genere importato di recente dagli Stati Uniti, con enorme successo di pubblico, dal Sergio Leone di Per un pugno di dollari; ma le differenze fra i due lavori sono immense, a partire dal gap produttivo. In questa pellicola a tripla targa (Italia-Francia-Jugoslavia) nulla va per il verso giusto: attori impreparati, costumi e scenografie desolanti, dialoghi grossolani; è evidente la destinazione meramente 'alimentare' del film, anche se gli standard qualitativi sono talmente bassi che non sorprende neppure, allo stesso modo, che Per un dollaro a Tucson si muore sia passato del tutto inosservato. Ciò che maggiormente delude, riallacciandoci al discorso iniziale, è comunque la mano dozzinale di Canevari in regia: raccordi sballati, soggettive a casaccio, inquadrature insignificanti e via dicendo. Il cast è interamente composto da anonimi, destinati a rimanere tali. 1,5/10.
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