Regia di Bryan Forbes vedi scheda film
Parte bene, e mantenendo l'atmosfera nei toni e nelle situazioni un pò scabrose e dure, da tipica produzione Cannon Films anni '80, ma tutto questo dura circa un'ora fino alla uscita di scena del personaggio di Art Carney/Morgens, investigatore privato in età e malmesso, ma decisamente un gran professionista nel suo mestiere. Dopo, il film crolla miseramente in una spiegazione dei delitti davvero poco convincente oltre che realizzata senza nerbo nè capacità di tensione da Forbes, e all'insegna dello stereotipo più trito oltretutto in situazioni tutte viete.
Basti vedere la frettolosità repentina con cui viene liquidato il personaggio del poliziotto apparentemente "buono" interpretato da un attore tra i migliori della sua generazione come Elliott Gould, negli anni ottanta già in piena svendita commerciale, che forse per gli autori-sceneggiatori era da capire quale corrotto e traditore fin dall'inizio, in quanto dal cognome italiano, "Det. Angeli".
Rod Steiger sempre eccellente come "cattivo poliziotto" det. McNulty (anche lui solo apparentemente malvagio e pazzo) della omicidi di Chicago, che prevedibilmente sopravanza di parecchie lunghezze il protagonista Roger Moore un poco spaesato nel ruolo di psicanalista, seppure era nel suo periodo di maggiore gigionismo, e caricatura fino all'eccesso dei tic e delle smorfie, nei suoi personaggi.
E' un peccato che un regista asciutto, variegato nei generi e scelte, eclettico per interessi e risultati come Bryan Forbes, negli anni ottanta si sia così precocemente incamminato in una china seppure riccamente prebendata, da supermercato che mal li si adattata.
Sicuramente un Michael Winner o un Jack Lee Thompson tra i britannici registi sotto contratto di Menahem Golan e Yoram Globus negli anni '80, sarebbero stati più adatti e avrebbero tratto un risultato meno ibrido, da una storia e dei personaggi del genere, anche se va detto che pure l'originale best seller letterario di Sidney Sheldon, fortunatissimo commercialmente autore di gialli e thriller un pò "da bancarella", non era poi chissà granché di suo.
Sempre bella Chicago al cinema poi in quegli anni, in un film comunque significativo per scelta di scorci urbani fuori e dentro the Loop, nei quali è interamente ambientato.
Bellissima come sempre, ma poco utilizzata solo all'inizio e nel finale posticcio, in ruolo appiccicato alla belle e meglio, Anne Archer.
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