Regia di Greg McLean vedi scheda film
L'origine non americana del film e la bella location scelta, da sole non bastano a salvare questo ennesimo horror, fatto con lo stampo sul modello quantomai abusato (soprattutto negli ultimi anni) di "Non aprite quella porta" di Tobe Hooper, che non aggiunge nulla al già detto e anzi implode per (de)merito di una sceneggiatura imbarazzante.
A dire il vero, per tutta la prima parte, incentrata sul chiacchiericcio vacuo dei tre ragazzi, il film scorre via liscio, si lascia guardare, senza entusiasmare particolarmente ma senza neanche annoiare, e accumula anche una certa tensione. La storia è sempre la solita: un gruppo di ragazzi che si perde (stavolta per la precisione restano in panne nel deserto australiano) e incontra l'orco cattivo. Ma dal momento in cui l'orco manifesta le proprie intenzioni, il film sgrava inesorabilmente verso l'inattendibilità più ridicola con almeno 3 scene (che sono poi importanti snodi narrativi) in cui le vittime compiono la scelta più idiota, in barba all'istinto di sopravvivenza, con l'unico scopo di portare avanti la propria agonia e quella dello spettatore di quest'horror che altrimenti non sarebbe neanche tale e soprattutto finirebbe troppo presto. E allora perché spaccare subito la testa all'orco, rischiando di ucciderlo, se ci si può limitare a sculacciarlo? E invece di fuggire con la macchina, perché non distruggerla deliberatamente, in modo da poter tornare alla tana dell'aguzzino per rubargliene un'altra? E prima di fuggire di nuovo perché non ammazzare un pò il tempo guardando l'intera collezione dei filmini delle vittime precedenti? Frustrato da simili dilemmi lo spettatore passerà, suo malgrado, l'intero secondo tempo a sganasciarsi dalle risate e a fare il tifo per l'orco simpaticone, nella speranza che ponga fine il prima possibile alla vita di questo gruppo di decerebrati e al film.
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