Regia di Brigitte Roüan vedi scheda film
Voto 8. Un film gradevole che non merita le critiche negative di Raffaella Giancristofaro e della maggioranza delle opinioni espresse in questa sede. Le ragioni di tali critiche sono, a parer mio, due. In primo luogo, siamo in presenza di un antico pregiudizio ideologico per cui “non si scherza sulle cose serie”. Trattare il tema dell’immigrazione clandestina, dei “sans papiers”, della realtà multietnica delle metropoli europee con toni da commedia, con spunti surreali e qualche accenno al musical non è considerato moralmente corretto. A Roberto Benigni è valso l’oscar. Un’avvocatessa radical-chic impegnata nella difesa degli extra-comunitari non può suscitare simpatia, come ci ricordano le polemiche sollevate all’epoca del coinvolgimento di Emmanuelle Béart in iniziative dello stesso genere. L’altro elemento che deve aver influenzato i giudizi è il doppiaggio. L’intreccio di francese, spagnolo, italiano e arabo costituisce infatti uno degli aspetti più divertenti del film e l’acrobazia di trasferire il tutto in un’altra lingua può difficilmente riuscire. C’è poi da levarsi tanto di cappello di fronte all’interpretazione di Carole Bouquet dalla bellezza inalterata, naturale, spigliata, davvero in piena forma. Un ultimo pensiero va ad Aldo Maccione, grande e sgangherato artista, amato più in Francia che in Italia. Qui è certamente una macchietta, un Italiano da barzelletta, ma quanto fa ridere!
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