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Odete

Regia di João Pedro Rodrigues vedi scheda film

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La recensione su Odete

di alan smithee
8 stelle

Dopo i clamori e lo scandalo suscitato nel 2000 con "O fantasma", Joao Pedro Rodrigues presenta nel 2005 alla Quinzaine di Cannes questo bellissimo e controverso melodramma, anch'esso come il precedente (e pure come il successivo e splendido "Morire come un uomo") storia drammatica e passionale di solitudini, di abbandoni improvvisi, di tentativi strenui e coraggiosi di trovare un motivo vero per andare avanti, di costruire una storia d'amore impossibile (con un ragazzo morto in seguito ad un incidente) che torni ad illuminare una strada buia, un sentiero oscuro dal quale si fatica a trovare anche solo la speranza di una via d'uscita. 
Odete e' una bellissima ragazza che lavora come commessa pattinatrice presso un ipermercato di Lisbona. Da tempo desiderosa di diventare madre, la giovane finisce per essere abbandonata proprio per questo motivo dal suo ragazzo, Alberto, giovane e prestante bulletto del quartiere. Distrutta ed angosciata, sola e dimenticata dal mondo, Odete trova conforto e una nuova famiglia presso i vicini di casa, funestati dalla morte per incidente stradale del giovane figlio ventenne. 
Partecipando alle esequie del ragazzo, Odete finisce per identificarsi in quel lutto, forse per allontanare le sua, di angoscia: scopre che Pedro aveva un fidanzato, Rui, che lo amava alla follia, certamente ricambiato; fa credere alla madre del defunto di essere incinta del ragazzo, e la convinzione e' cosi' forte che una gravidanza isterica le causa un ingrossamento del ventre come una vera partoriente. Nel frattempo la ragazza cerca di far incrociare la sua strada con quella del fidanzato di Pedro, che invece, disperato, la allontana e cerca persino di suicidarsi tanta e' la sua implacabile disperazione. Infine Odete, resasi conto del fallimento dei suoi propositi di maternità, decide che il modo migliore per onorare il defunto e' identificarcisi, e per questo cerca di assumerne le sembianze indossando i suoi vestiti, optado per un taglio di capelli maschili, e cercando nuovamente di far breccia sul fidanzato di Pedro. Alla fine infatti - forse perche' la vita puo' cercare di andare avanti anche con la forza di un semplice ricordo, forse perche' la solitudine e' spesso il peggior nemico dell'essere vivente - tra i due giovani nascera' davvero una passione; forse estremamente innaturale, ma  senza dubbio accesa, reale e foriera di nuova linfa vitale in nome di quel Pedro che diviene cosi' importante e decisivo come un dio vivente, un totem da adorare per l'eternita'.
Melodramma esagerato e coloratissimo, ritmato da musiche scatenate da disco che si alternano con un efficace contrasto alla romantica e sdolcinata Moon River di Henry Mancini presa direttamente da Colazione da Tiffany, il film di Rodrigues trova nella contraddizione di situazioni e vicende al limite del grottesco il suo punto di forza ed il suo genio. Odete sulla carta, per chi non ha visto il film, potrebbe sembrare la sosia della dimessa e campagnola Rosetta dei Dardenne. Invece il regista portoghese ci presenta nei panni (pochi e spesso aderenti) della commessa protagonista del melo' una splendida fanciulla col fisico da top model e il viso accigliato da bambina capricciosa, il tutto facente capo alla splendida (e pure brava) Ana Cristina De Oliveira; Odete e' inoltre certamente una storia di donna, ma poi alla fine tutto ruota sulla vera storia d'amore, cioe' quella del defunto Pedro col suo amato Rui: una incandescente storia d'amore omosessuale che a suo modo, con tutte le bizzarrie del caso, prosegue pure al di la' della morte con uno stratagemma che verra' svelato nello spiazzante finale estremo e provocatorio. Odete infatti e' una storia di una donna che ha come contorno uomini, ragazzi, corpi maschili ripresi ed esaltati nella bellezza dei migliori anni della gioventu'. Contorni che diventano sempre piu' nitidi nella sensualita' di una androginia che finisce per essere la chiave e la soluzione di tutte le pene d'amore.

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