Regia di Emmanuel Carrère vedi scheda film
Molto bello. E' un film a metà tra il reale e il surreale, dove i due piani si confondono senza una spiegazione. Soprattutto nella prima metà è secondo me angosciante, di un'angoscia sottile che penetra nel protagonista così come nello spettatore. Essa si origina in parte dalla totale confusione esistenziale in cui cade il personaggio, e in parte dalla mancanza di una spiegazione logica.
Nella vita normale capita di offendersi o di restare un po' male se i familiari o gli amici non si accorgono di un cambiamento nel nostro asepetto, perché denota superficialità e distrazione a nostro riguardo da parte di chi ci sta accanto. Nel film questo discorso viene portato all'estremo, fino a raggiungere abissi di assurdo e di irrealtà. Ma è tutta la realtà del protagonista a sgretolarsi e a confondersi dopo lo strano caso dei baffi. Un altro aspetto importante è che i fenomeni non avvengono ad una coppia in crisi, dove i due membri non si parlano più e vivono come due estranei. No, si vogliono bene, si parlano, eppure... non si conoscono.
Lo spettatore è anche tormentato, secondo me, dal fatto che l'uomo non mostri alla moglie le foto di quando aveva i baffi, e non la costringa quindi a confrontarsi col problema in modo oggettivo ed inequivocabile. Ciò aggiunge dubbio e mistero a tutta la vicenda.
E' un film molto ben diretto e ben recitato, in particolare dal bravissimo protagonista, che colpisce con i suoi occhi tristi e smarriti che fissano senza frutto chi gli sta vicino. La regia è precisa, ma anche discreta e non invadente. Nessuno si dà arie, insomma, e il risultato ne giova. Efficace e originale ho trovato l'ambientazione dell'ultima parte, in qualche città costiera della Cina, assolutamente quotidiana e non turistica. E' un film ingiustamente passato sotto silenzio, che consiglio a tutti.
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