Regia di Emmanuel Carrère vedi scheda film
Un banale scherzo, architettato troppo bene e troppo a lungo protratto, finisce per sostituirsi alla realtà. Così la vittima arrivare a dubitare, prima, della sua lucidità, poi della sua stessa identità, infine della propria esistenza reale. Insieme a lui, anche il tempo del film si perde in un vortice privo di logica, confondendo ricordi e progetti, passato e futuro. La fuga finale, senza meta e senza requie, è l'estremo sintomo di un disperato smarrimento, in cui il protagonista preferisce andarsi a mescolare, all'altro capo del mondo, a gente sconosciuta che lo vede senza guardarlo, piuttosto che restare con la moglie e con gli amici, che, al contrario, sembrano guardarlo senza vederlo.
Una grande interprete della cinematografia contemporanea ispirata alla quotidianità. Una figura femminile sottilmente inquieta e sommessamente comunicativa.
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