Marc decide di tagliarsi i baffi dopo averli portati per oltre un decennio, ma nessuno sembra accorgersi della differenza. Quello che pare uno scherzo, diventa un "incubo" quando tutti affermano che Marc non ha mai avuto i baffi...
Note
Sottilmente inquietante, _L'amore sospetto_ racconta con gelida precisione percorsi di ansia tipicamente maschili. Si presuppone che l'interesse sia a monte rispetto all'aspetto, ma in realtà nessuno sfugge all'indotto desiderio di essere visto. Il film, va detto, ha il proprio fascino soprattutto nell'eccellente prova degli attori, in particolare di Lindon, che apre spiragli alla propria angoscia solo con l'impassibilità.
La pellicola che tratta un tema “ambiguo” e interessante, quasi kafkiano nelle sue implicazioni esistenziali, è stata realizzata con estrema intelligenza. Tutto concentrato sulla labilità dell’apparenza, il film è una evidente “provocazione intellettuale” messa a segno con sagace acutezza dal regista .
Non si sa dove porre l'attenzione in questo film. Alla fine lo si fa con gli attori, tutto mediamente bravi, malgrado la storia non si sa dove poggi. Un tipico film mediocre francese, e nella mediocrità meglio un prodotto nostrano!
Un film molto particolare e surreale che dice, non dice e sicuramente non spiega. Ben costruito e ben interpretato con il classico tocco "francese" palpabile in ogni fotogramma. Piacevolemte irrisolto e interrogativo. Affascinante.
Premesso che non si tratta precisamente del tipo di cinema che mi fa andare in sollucchero (o come si dice qui a Firenze “in brodo di giuggiole”) devo riconoscere che ci troviamo di fronte a una pellicola realizzata con estrema intelligenza che tratta un tema “ambiguo” e interessante, quasi kafkiano nelle sue implicazioni esistenziali, tutto concentrato sulla… leggi tutto
“La moustache”, questo il più esplicativo titolo originale di “L’amore sospetto”, è stato il vincitore del Premio Label Europa al Festival di Cannes del 2005, dove fu presentato nella sezione Quinzaine des Réalisateurs.
La sceneggiatura del film muove da un romanzo scritto dallo stesso regista Emmanuel Carrère, uno dei più amati… leggi tutto
Semaforo verde: scatto bruciante. Massicce iniezioni di Kafka, Pirandello e dell'immenso Polanski di "L'inquilino del terzo piano". La fronte suda, la schiena si incolla alla poltrona. La Devos e Lindon sono splendidi. Il fantasma di Olivia De Havilland e del noir classico veglia, protegge e approva. Ma, pian piano, qualcosa s'inceppa. La variante Ascari diviene improvvisamente troppo… leggi tutto
Per stupire moglie e amici, Marc (Lindon) decide di tagliarsi i baffi che porta da una vita. Nessuno sembra accorgersene. Inizialmente Marc pensa a uno scherzo, quindi a una specie di congiura, fino a quando non decide di andare a Hong Kong in un contesto totalmente "altro" per capire se è solo un brutto sogno o se sta impazzendo. Letto in chiave onirica, il seducente soggetto di Emmanuel…
Una trentina di autori, un centinaio di film e serie. Insomma: un prologo, appena.
Nota bene. La lista è chiusa -- tanto per una questione soggettiva quanto di tecnica…
LA MOUSTACHE
Tratto dall’omonimo romanzo scritto nel 1986, La moustache è il lungometraggio d’esordio dello scrittore Emmanuel Carrère. Egli si era già cimentato dietro la cinepresa con il documentario Retour à Kotelnitch, che gli era valso il Premio opera prima a France Cinéma 2004. Di quella precedente esperienza il presente film serba l’incisività drammatica e il linguaggio…
Molto bello. E' un film a metà tra il reale e il surreale, dove i due piani si confondono senza una spiegazione. Soprattutto nella prima metà è secondo me angosciante, di un'angoscia sottile che penetra nel protagonista così come nello spettatore. Essa si origina in parte dalla totale confusione esistenziale in cui cade il personaggio, e in parte dalla mancanza di una spiegazione logica. …
Piatto titolo italiano per un bell'apologo surreale ed inquietante, con Buñuel (potremmo essere in una versione individualista e leggera dell'Angelo sterminatore) e Polanski (quello di Rosemary's baby e dell'Inquilino del terzo piano) come muse ispiratrici. Carrère sa rappresentare il meglio del cinema francese di oggi, partendo dalla banalità di un gesto, che può scatenare conseguenze…
Il film parte con un presupposto di commedia, che naturalmente può falsare quello che verrà dopo, ma per me è stato uno scalino necessario e comprendo le idee del regista, autore anche del libro, che vuole passare dalle note di una vita normale ad una complessa discesa negli inferi di una persona che riflette, anche in maniera schizofrenica su sé stesso. Un film che mi ha ricordato molto…
Quand'è che tutto s'incrina nella mente? O in un rapporto? Da un fatto banale che interrompe la routine, s'innesta un dubbio nella mente del protagonista che inizia a domandarsi se gli altri lo "vedono" realmente..............Mi ha ricordato "Eyes wide shut" Affascinante ma non lucido
bisogna proprio fare i complimenti a chi ha pensato questo tipo di trama da imprimere in una pellicola godibile,malinconica e frizzante al tempo stesso,con bravi attori e qualche altre piccole cose sparpagliate qua e la'.voto.6.5.
“La moustache”, questo il più esplicativo titolo originale di “L’amore sospetto”, è stato il vincitore del Premio Label Europa al Festival di Cannes del 2005, dove fu presentato nella sezione Quinzaine des Réalisateurs.
La sceneggiatura del film muove da un romanzo scritto dallo stesso regista Emmanuel Carrère, uno dei più amati…
Magari a rivederli ora perdono molto dell'impatto iniziale che hanno suscitato in me alla prima visione. Ma credo che la forza di un film ben riuscito sia quella del primo impatto. Se suscita nel tuo cervello una serie…
VOTO : 6++.
Interessante, ma non del tutto convincente questa pellicola francese che ha vinto la Quinzane des Realizateurs 2005.
La vicenda si snoda intorno all’ego del protagonista maschile che dopo essersi tagliato i baffi dopo tanti anni si sente dire da tutti che in realtà lui i baffi non li avrebbe mai avuti.
Da un gesto così elementare parte la ricerca del…
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Commenti (4) vedi tutti
La pellicola che tratta un tema “ambiguo” e interessante, quasi kafkiano nelle sue implicazioni esistenziali, è stata realizzata con estrema intelligenza. Tutto concentrato sulla labilità dell’apparenza, il film è una evidente “provocazione intellettuale” messa a segno con sagace acutezza dal regista .
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792Non si sa dove porre l'attenzione in questo film. Alla fine lo si fa con gli attori, tutto mediamente bravi, malgrado la storia non si sa dove poggi. Un tipico film mediocre francese, e nella mediocrità meglio un prodotto nostrano!
commento di slim spaccabeccoUn film molto particolare e surreale che dice, non dice e sicuramente non spiega. Ben costruito e ben interpretato con il classico tocco "francese" palpabile in ogni fotogramma. Piacevolemte irrisolto e interrogativo. Affascinante.
commento di marlucchefinalmente un bel film intelligente non noioso da vedere ,bravi gli attori
commento di babel