Regia di Bent Hamer vedi scheda film
Anche se l’ha diretto un norvegese, Bent Hamer, già autore dell’acclamato Kitchen Stories, Factotum è emblema del cinema indie, non a caso scritto dal distributore di Jarmusch Jim Stark, che di quell’underground è un punto di riferimento. E poi c’è Lili Taylor che, pur essendo strepitosa, chiamano solo per produzioni simili, a interpretare la fattona o la lesbica, l’alcolizzata o la barbona, comunque l’emarginata, con quel suo corpo incredibile che pare reso aspro da una vita randagia per davvero. Degna compagna sarebbe stata del vero Bukowski, del quale un tenace Matt Dillon ripercorre le gesta raccontate nel romanzo Factotum, seppure con lo pseudonimo dell’alter ego Chinaski. Un piccolo film, quindi, a suo modo rabbioso. La rabbia che serve per restare attaccati alla vita, nonostante l’alcol ingurgitato a dismisura e le giornate che scorrono bruciando un lavoro dopo l’altro. Che Chinaski sia interpretato da un ex ribelle-bello può sembrare inopportuno; ma il decadimento di Dillon non è neanche troppo artefatto, e alla fine si applaude. Sono comunque le scene della coppia ad essere strabilianti. Perché si percepisce bene come questi due emarginati e figli di nessuno, entrambi con un (diverso) talento “dentro”, non domandandosi come raggiungere la felicità in fondo in fondo ne abbiano trovata una tutta loro.
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