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Factotum

Regia di Bent Hamer vedi scheda film

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La recensione su Factotum

di sasso67
6 stelle

Non è tanto semplice fare un film dai testi del grande scrittore Charles Bukowski (1920-1994). Ci provò, anni fa, anche Marco Ferreri, con "Storie di ordinaria follia" (1981), con risultati non troppo apprezzabili. Non è semplice perché nei testi, sempre notevoli, spesso eccezionali, di Bukowski non succede granché, visto che generalmente si parla di colossali bevute e sbornie, giornate passate a letto a smaltire le ciucche, con qualche variante introdotta da futili risse o infruttuose giocate alle corse dei cavalli. Ciò che tiene su i racconti e i romanzi (anche le poesie, ma ne ho lette davvero poche) è la grande scrittura di Bukowski, il suo stile ironico e sardonico, il suo orgoglio di perdente di successo, di uno cui interessa soltanto "grattarsi sotto le ascelle" ed avere da qualche parte una bottiglia di una qualsiasi bevanda alcolica da trangugiare. Se c'è un altro scrittore che gli somiglia, per vicenda biografica e per temi trattati, è, pur con le dovute differenze, l'italoamericano John Fante.
Ebbene, in questo film il regista Bent Hamer ce la mette tutta, avvalendosi di un'ottima compagnia, compreso l'eccellente John Christian Rosenlund alla direzione della fotografia, scritturando un bravo attore come Matt Dillon per la parte del protagonista, ricostruendo la Los Angeles cara allo scrittore in una grigia e brulla Minneapolis, ma, inevitabilmente, resta vittima del problema cui ho accennato sopra. Dillon è forse un po' troppo bello e in forma per impersonare il Chinaski alter ego dello scrittore nella maggior parte delle sue opere, ma sa ingrassarsi e imbruttirsi ad hoc, tanto da sembrare credibile. Ma il problema non è questo: è che a Factotum film manca la scrittura di Bukowski, oppure manca la genialità di un regista che sapesse trasporre filmicamente lo stile dello scrittore. Per il resto, va detto che il film si guarda volentieri, non annoia, è recitato bene da professionisti più o meno noti (fra gli altri un'adattissima Lili Taylor e una Marisa Tomei che arriva perfino a spogliarsi), e costituisce comunque un buono spettacolo e un possibile invito alla lettura di un grande autore.
Il titolo del film (così come quello del libro) è ovviamente ironico, considerato che il protagonista non riesce a mantenere alcun lavoro per più di cinque minuti d'orologio.
"Factotum" è anche l'ultimo film interpretato dall'attrice Adrienne Shelly, uccisa da un immigrato clandestino ecuadoriano nel suo appartamento del Greenwich Village di New York il 1° di novembre del 2006.

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