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Furia

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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La recensione su Furia

di Baliverna
10 stelle

E' un film dalla notevole forza drammatica, che comincia pacifico e tranquillo per giungere ad un livello di tensione altissima. Non sono solo la trama e gli avvenimenti a tenere incollati alla poltrona, ma anche le tematiche che compaiono nella pellicola. Una delle principali è uno dei mali endemici degli statunitensi, cioè la mentalità del linciaggio del colpevole - o presunto tale - che secondo me ha radici anche nel puritanesimo inglese. Il film rappresenta molto bene prima la diffusione quasi casuale della notizia dell'arresto di un sospettato, poi i pettegolezzi delle comari (che passano la voce aggiungendoci qualche particolare in più) e infine ecco la folla inferocita che si presenta davanti al commissariato per linciare un povero innocente. L'esplosione di violenza che ne segue quasi perde il contatto col motivo scatenante (l'indignazione per il crimine); esso diventa in breve un pretesto per sfogare una carica di violenza e di odio già presente nelle persone.
La "furia" del titolo, tuttavia, si riferisce più al protagonista stesso vittima del linciaggio, il quale si mette a covare dentro di se un smodato desiderio di vendetta contro coloro che lo hanno messo in atto. E' talmente preso dall'odio che dimentica tutto il resto, compreso l'amore per la fidanzata, e soprattutto si abbruttisce umanamente.
Ecco alcuni passi che colpiscono e nei quali compaiono tematiche che ossessionavano Fritz Lang: il discorso del barbiere sugli impulsi omicidi; la donna accusata, fino ad allora discolpatasi, che cede e si mette a gridare "Sono colpevole!"; le allucinazioni provocate dalla coscienza al protagonista. Tra l'altro lo stesso Lang visse schiacciato dal senso di colpa, perché sua moglie si era suicidata dopo averlo sorpreso con l'amante.
Molto bella tutta la parte del processo, diretta proprio col pugno di ferro.
Il cast è cosparso di caratteristi e comparse tipiche degli anni '30. Si riconosce anche un giovane Walter Brennan (il vecchietto brontolone di molti western).
E' un grande film che tocca interessanti tematiche sociali e morali. All'epoca la MGM, scettica, volle archiviarlo, ma per fortuna qualche giornalista se ne interessò e la major si decise a farlo uscire nelle sale, permettendogli così di divenire un successo. Oggi corre lo stesso rischio di allora.

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