Regia di Kim Ki-duk vedi scheda film
Un film teso come la corda di quell'arco che è al tempo stesso strumento divinatorio, arma di offesa e di difesa e sublime esecutore di una musica struggente in simbiosi perfetta con le immagini.
La poesia della vita... la vita della poesia. Un film teso come la corda di quell'arco che è al tempo stesso strumento divinatorio, arma di offesa e di difesa e sublime esecutore di una musica struggente in simbiosi perfetta con le immagini. Un film forse più "costruito" del solito ma non per questo meno sentito: è semplicemente meno "spontaneo", ma ugualmente affascinante... e loro, i due protagonisti... per dirla con Ron (solo come citazione: nessuna intenzione di mischiare il sacro con il profano) non hanno davvero bisogno di parole per far capire quello che c'è in fondo al loro cuore... E, fra le tante, c'è almeno una sequenza davvero memorabile che rimane impressa indelebile nel ricordo, quella della deflorazione, realizzata con una metafora visiva veramente superlativa: simbologica e astratta nel suo realismo indotto. L'arco si è teso.. il dardo è stato lanciato: è una iniziazione e una conquista, il necessario passaggio per lasciarsi alle spalle il passato, tornare alla realtà ed affrontare finalmente la vita... e il sacrificio di chi è consapevole di aver perduto la partita è dolente e altruista, si annulla nelle profondità di quel mare calmo e radioso, fino a ricogiungersi, laggiù sul fondo, con quella barca ormai non più necessaria diventata superflua e ingombrante.
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