Un uomo anziano porta a vivere con sé su di un peschereccio una bambina di sei anni, rimasta orfana. L'uomo, decide che sposerà la bambina il giorno del suo diciassettesimo compleanno. Ma l'incontro con un ragazzo e la tenera amicizia che nasce tra i due giovani mina l'equilibrio che si è creato.
Note
Stavolta Kim tende troppo le sue corde. Il panismo conclusivo, durante la celebrazione e relativa transustanziazione pagana, è decisamente pacchiano, quando _L'isola - Seom_ aveva già detto tutto, e con ben altra efficacia. E poi, più procede, più _L'arco_ si attorciglia su se stesso, sfiorando il ridicolo.
Un film teso come la corda di quell'arco che è al tempo stesso strumento divinatorio, arma di offesa e di difesa e sublime esecutore di una musica struggente in simbiosi perfetta con le immagini.
Favola marittima dalle tinte kitsch e dalla regia puerile. La presunta poesia è plastica colorata, la pretesa lentezza è vuoto cinematografico, la ricercata rarefazione è desolazione scenica. Un film sbagliato.
VOTO : 6,5 Film di immagini, sensazioni, poche parole, anzi pochissime, come sempre accade nella filmografia del regista coreano. Detto questo si lascia guardare meglio che in altre occasioni, anche se il finale un pò troppo teatrale e freddo.
Non ho visto neanche il film, ma se piace a A, B, C, D, E, F, G, H, I, L, M, N e XYZ, un motivo ci sarà. A me non piace tanto, più che altro perché il nome del regista è orienta(BI)le.
Si possono unire due letti separati ma, forse, non si puó costringere una predizione ad avverarsi; di certo Kim Ki-duk é tra i pochi che sa costringere il cinema ad essere bello.
Un uomo anziano (Seong-hwang Jeon) vive con una ragazza (Yeo-reum Han), fin da quando lei era poco più di una bambina e ora sta per compiere 17 anni, età alla quale l'uomo è intenzionato a prenderla in sposa, su una chiatta dove ospitano dei pescatori occasionali, ai quali viene anche predetto il futuro con uno strano sistema: la giovane viene calata su una specie di… leggi tutto
Bel film com cui Kim si conferma autore dal tratto inconfondibile, probabilmente il miglior cineasta dell'Estremo Oriente per quanto riguarda gli anni zero (come il nipponico Kitano lo era stato per gli anni 90). Il mutismo dei protagonisti, figure simboliche, estreme, "smaller than life", fuori dal mondo, sineddoche di una condizione esistenziale di assoluta emarginazione; la circolarità di… leggi tutto
Cinema come poesia, ma poesia maledetta e malata. La poesia, fin troppo ricercata, non basta a sublimare il tema centrale: l'incesto, o meglio la pedofilia. Per questo la sensazione disturbante cresce mano a mano che si scopre il triste destino della piccola. leggi tutto
L’arco Corea del Sud 2005 - la trama: Un uomo ormai anziano porta a vivere con se’ una bimba di sei anni, che crede sola al mondo, una povera orfanella. La coppia trascorre la propria esistenza su di un peschereccio in mare aperto. La recensione: Straordinario film del maestro coreano Kim Ki-Duk, l’arco che da il titolo alla pellicola è uno strumento armonico di…
Quando si parla di cinema dal punto di vista commerciale, noto che qui in Italia si tende sempre a fare discorsi del tipo: "Com'è andata quest'anno la competizione fra i film USA ed i film italiani? Hanno…
Un uomo anziano (Seong-hwang Jeon) vive con una ragazza (Yeo-reum Han), fin da quando lei era poco più di una bambina e ora sta per compiere 17 anni, età alla quale l'uomo è intenzionato a prenderla in sposa, su una chiatta dove ospitano dei pescatori occasionali, ai quali viene anche predetto il futuro con uno strano sistema: la giovane viene calata su una specie di…
Che cos'è l'Arco di Kim Ki-Duk, a cosa serve? E' un'arma, ma cosa vuole colpire? Cosa rappresentano gli appuntiti e minacciosi vertici delle sue frecce nell'Isola che si è creata sulla chiatta di Hwal? Che poi alla fine tutto si riduca a una semplice esplorazione della crescita, il passaggio dall'infanzia all'età adulta? Poco dopo Ferro 3 Kim prosegue con i toni sentimentali del suo…
Bel film com cui Kim si conferma autore dal tratto inconfondibile, probabilmente il miglior cineasta dell'Estremo Oriente per quanto riguarda gli anni zero (come il nipponico Kitano lo era stato per gli anni 90). Il mutismo dei protagonisti, figure simboliche, estreme, "smaller than life", fuori dal mondo, sineddoche di una condizione esistenziale di assoluta emarginazione; la circolarità di…
E' vero che il film in certi punti sfocia sul surreale,che i dialoghi sono scarni (e questo non e' sempre negativo,anzi) che non e' il miglior Kim-Ki-duk,ma averne di pellicole cosi'.Appagano l'occhio e la mente.L'attrice principale e' al suo secondo film con il regista.
E'la mia play sul cinema orientale (estremo oriente e non solo Cina)...amo il cinema orientale perchè forte e delicato allo stesso tempo...probabilmente seguirà una seconda parte di questa play…
Anche per questo film, come per gli altri di Kim Ki-duk, sarebbe desiderabile che Bocchi di Film-tv si sforzasse di capire il film prima di giudicarlo (non che sia facile da capire, ma è uno sforzo necessario per chi voglia farne una recensione), e che motivasse i suoi giudizi con qualche considerazione critica basata sul film e non solo su vaniloqui pseudofilosofici e affermazioni…
Cinema immobile (che a ben guardare è quasi una contraddizione). Per molti l'esercizio di girare all'interno di un unico luogo è stata una sfida, una dimostrazione di abilità, di tecnica (di uso del mezzo e di…
Una taglist forse non facile, che magari non produrrà i consueti grandi numeri, di certo però semplice nella definizione. Vogliamo tutti i film in cui appare un pesce, o dei pesci. Fresco, vivo, morto, surgelato, a…
Film lentissimo, e va bè, ma soprattutto nient’altro che una favoletta, carina, per carità, ma niente di che. Mi aspettavo molto meglio di un regista di alcuni film che mi erano piaciuti molto (altri meno). Molto bella la protagonista.
Visto ad un'ora indecente, dopo la visione integrale di "Che fine ha fatto baby jane?", contenuti speciali compresi... chiunque altro sarebbe ne sarebbe uscito stroncato invece io ci ho messo pure l'arco. Il film si dipana con grazia ed eleganza, nonostante la quasi totale assenza di dialoghi e la ripetitività di alcune situazioni, grazie anche ad una colonna sonora di grande bellezza. Tutto…
L'arko è un'arma ke offende, ma la sua korda puo' suonare una musica dolcissima e la sua freccia puo' diventare un appassionato messaggio d'amore;"l'energia e il suono meraviglioso kome nel tendersi di un arko",ma la poesia, fin troppo ricerkata, non basta a sublimare il tema centrale: l'incesto, o meglio la pedofilia.da rikordare l'uso dell'arko e dell'altalena kon Budda kome bersaglio,in base…
Nella filosofia Zen il tiro con l’arco è un’arte essenziale. Essa consiste in un tirocinio della coscienza, perché permette a quest’ultima di avvicinarsi alla realtà, così da accordarsi armoniosamente all’inconscio. L’arco è protagonista del racconto di Kim che lo erge a metafora dell’accettazione serena della realtà, come strumento atto a flettersi, tendersi e scoccare a…
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Commenti (9) vedi tutti
Un film teso come la corda di quell'arco che è al tempo stesso strumento divinatorio, arma di offesa e di difesa e sublime esecutore di una musica struggente in simbiosi perfetta con le immagini.
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792Altro bersaglio centrato da Kim Ki -Duk geniale regista coreano.
leggi la recensione completa di claudio1959Pochi dialoghi...ma tanta sostanza...non perdetelo.
leggi la recensione completa di eziosinottiko e corale là dove serve.
commento di kkkFavola marittima dalle tinte kitsch e dalla regia puerile. La presunta poesia è plastica colorata, la pretesa lentezza è vuoto cinematografico, la ricercata rarefazione è desolazione scenica. Un film sbagliato.
commento di OGMVOTO : 6,5 Film di immagini, sensazioni, poche parole, anzi pochissime, come sempre accade nella filmografia del regista coreano. Detto questo si lascia guardare meglio che in altre occasioni, anche se il finale un pò troppo teatrale e freddo.
commento di supadanyBellissimo! Con la lentezza del mitico Kim Ki Duk.
commento di MondoMarcioNon ho visto neanche il film, ma se piace a A, B, C, D, E, F, G, H, I, L, M, N e XYZ, un motivo ci sarà. A me non piace tanto, più che altro perché il nome del regista è orienta(BI)le.
commento di malatosanoSi possono unire due letti separati ma, forse, non si puó costringere una predizione ad avverarsi; di certo Kim Ki-duk é tra i pochi che sa costringere il cinema ad essere bello.
commento di Crawford