Regia di Eran Riklis vedi scheda film
Molto più convincentente questa pellicola di Eran Riklis rispetto a quella fruibile nelle nostre sale cinematrografiche in questi giorni (“Lemon Tree – Il Giardino di Limoni”, sempre con la splendida Hiam Abbass come protagonista). Con “The Syryan Bride” abbiamo un bel film. Corale: una numerosa famiglia, il padre nazionalista siriano guardato a vista dagli israeliani e al tempo stesso osteggiato dai capi-villaggio siriani per via di un figlio “rinnegato” andato in sposa ad una russa, le due sorelle, la sposa Mona (Clara Khouri, ) e Amal, la maggiore, sposata ad un nevrotico macellaio tutto intento a salvare la propria onorabilità messa a repentaglio dalle vocazioni moderniste della moglie che indossa i pantaloni e vuole frequentare l’università, l’altro figlio, uno scapestrato donnaiolo immerso nel businnes internazionale…. Più vari personaggi di contorno (la crocerossina francese del cuore grande spezzatosi dietro le false lusinghe del donnaiolo siriano, la figlia maggiore di Amal innamorata del giovane figlio di un collaborazionista siriano, il grasso fotografo del matrimonio, goffo e rammaricato di non potersi essere sposato per il suo incontrollabile vizio del mangiare, ecc…..)
Il film rende molto bene il paradosso della situazione mediorientale: la lunghissima sequenza finale al confine dove si deve celebrare questo faticosissimo matrimonio, l’andirivieni tra i due uffici (quello siriano e quello israeliano) della crocerossina alle prese con timbri e ripicche politico-burocratiche tre le due fazioni sintetizza il tutto alla perfezione. Il film ha un ritmo eccellente, un’ottima sceneggiatura, ben girato e ben fotografato. Senza dimenticarsi di apprezzare il fatto di averlo potuto vedere in lingua originale con una ottma sottotitolazione, un lusso in Italia.
Voto: 7 ½ - 8
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