Regia di Sergio Citti vedi scheda film
Una volta usciti dal carcere, Serpente e Giocondo si ritrovano in ristrettezze e vanno a vivere insieme. Come criminali non fanno paura a nessuno, come uomini sono addirittura succubi delle rispettive ex. Che, appena si ripresentano nelle loro vite, non fanno che sconvolgere il già precario equilibrio dai due raggiunto.
Fratella e sorello è l'ultima regia di Sergio Citti, cineasta atipico del nostro panorama, che ha impresso su ogni sua opera (non tantissime: una decina in oltre trent'anni di attività) un marchio volutamente poveristico e uno sguardo pietoso sulle miserie dei meno socialmente fortunati. Qui l'argomento di partenza sono due ex galeotti, in realtà una coppia di buoni a nulla dal cuore d'oro, e la forzata convivenza fra i due - diventati intimi proprio in carcere - è un'ottima occasione per affondare il discorso sull'amicizia virile e sulla ginofobia, insomma sulla paura delle donne. Le basi potrebbero anche essere interessanti, ma i toni sono talmente 'bassi' (popolari, da bettola) che, inevitabilmente, l'unico a trionfare su tutta l'opera è il qualunquismo, l'approssimazione fieramente ignorante - ignoranza come distintivo di purezza - che ha istintivamente guidato Citti nello scrivere la sceneggiatura. Oltre a questo, le perplessità sulla messa in scena sono d'obbligo, in quanto Fratella e sorello risulta palesemente carente dal punto di vista estetico e la tecnica con cui è stato girato pare proprio quella del famigerato 'buona la prima'. Nel cast Rolando Ravello, Claudio Amendola, Ida di Benedetto, Youma Diakitè e, in ruoli minori, Andy Luotto, Laura Betti e Maria Monsè. 2,5/10.
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