Regia di Frank Tuttle vedi scheda film
Oh, gran bontà dei polizieschi antiqui! A parte l'ammiccamento all'Orlando Furioso, questo è un ottimo film, ben girato, ben recitato, ben sceneggiato (grazie anche al romanzo di partenza di G. Greene). Ma il plusvalore che lo rende affascinante - come spesso accade in questi casi - risiede nel lato umano della vicenda, e nei suoi personaggi. Molto interessante è il personaggio di Alan Ladd, che si è ridotto a fare lo spietato assassino e l'uomo senza cuore per aver subito violenza da piccolo, e che, per ripicca, ha quasi giurato di odiare il mondo e le persone. La sua vicenda è in fondo un tardivo ma non troppo tardo cammino di redenzione, che lo porta a sciogliere il ghiaccio in cui ha rinchiuso il suo cuore. Veronika Lake (magnifica, dolce come lo zucchero, specie se la si apprezza in lingua originale) è in fondo la prima persona che lo ha guardato con rispetto, con una forma di stima, e con fiducia sul suo possibile riscatto. Il film parla anche delle correnti sotterranee di spionaggio che percorrevano la società americana dell'epoca, dove "onesti" cittadini vendevano armi al nemico. Il personaggio del faccendiere dell'industriale è spregevole: dice più volte di detestare la violenza ma poi vi ricorre, su commissione o commissionandola, e chiede ipocritamente che ne vengano nascoste le tracce ai suoi occhi. Poi corrompe, inganna, e spera di far fessi tutti... Se lui è spregevole l'industriale riesce ad essere proprio odioso, e mi chiedo come l'attore gli abbia conferito quel carattere. Il finale, col fuorilegge che rinuncia a sparare anche quando potrebbe, e in tal modo si redime, è commovente. Dispiace sapere che Ladd e la Lake divennero entrambi alcolizzati e morirono presto (uno dei due suicida). Evidentemente, dopo aver atteso la felicità dal successo e non averla ottenuta, non ressero alla disperazione e al vuoto interiore. La scheda di Vieri Razzini sul dvd è veramente buona, e aiuta molto a capire questo capolavoro.
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