Regia di Marino Girolami vedi scheda film
Storie di personaggetti popolari, nella vena - in quel momento di moda - del neorealismo 'rosa', ovverosia a sfondo sentimentale. A scriverlo ci si sono messi in tanti (troppi!): oltre alla firma del regista compaiono quelle di Lucio Fulci, Roberto Gianviti, Bruno Valeri e Amelita Stacy; in effetti bastava molto meno per un prodottino tanto leggero e dalla morale conformista all'estremo (accontentarsi del poco che si ha conviene sempre, e viva l'amore). Fra l'altro è pure abbastanza difficile spiegarsi come sia stato possibile, fra tante bellezze disponibili sul 'mercato' delle attrici, riservare il ruolo della piacente protagonista alla brutta ed inespressiva Anna Maria Moneta Caglio; fra gli altri interpreti troviamo però alcuni nomi interessanti, dal giovanissimo Carlo Delle Piane al veterano Arturo Bragaglia, da Giulio Calì a Pietro Tordi e Fanfulla, tutti bravi caratteristi di quegli anni. Musiche di Carlo Innocenzi, montaggio di Franco Fraticelli, in quel periodo poco più che esordiente e spesso al fianco di Girolami (lavorerà poi, fra gli altri, per Lizzani e Argento). Commediola non tanto mal realizzata, quanto pressochè insignificante, con un occhio al botteghino e l'altro, senza ombra di dubbio, chiuso e dormiente. 3/10.
Lui aspira a diventare un campione di boxe, lei un'attrice; quando lei ha la grande occasione, lui si ingelosisce. Ma alle avances del produttore, è lei stessa a rinunciare alla carriera nel cinema.
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