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Fuori uno... sotto un altro, arriva il passatore

Regia di Giuliano Carnimeo vedi scheda film

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La recensione su Fuori uno... sotto un altro, arriva il passatore

di mm40
2 stelle

Curioso come nel cinema italiano la Romagna sia stata rappresentata meno di molte altre regioni, forse a causa di due romagnoli eccellenti in senso positivo (l'inarrivabile esempio di Fellini) e in negativo (il vergognoso retaggio della terra che fu di Mussolini): ma queste sono solo supposizioni e nulla più. Giuliano Carnimeo, qui con lo pseudonimo di Anthony Ascott, decide di ricostruire le gesta del bandito cortese Stefano Pelloni, detto il Passatore, romagnolo verace che a metà Ottocento compiva scorribande su e giù per la sua terra; lo fa però con intenti chiaramente commerciali, strizzando l'occhio al botteghino piuttosto che ricercando una ricostruzione storica attendibile, guardando all'intrattenimento prima ancora che alla morale della storia. Ecco così che ne esce un ibrido curioso a cavallo fra western (genere di cui Carnimeo era piuttosto esperto) e cappa & spada, in un sottofondo da commedia rosa; la sceneggiatura - per quanto un po' grossolana, comunque briosa e ironica - è opera di Tito Carpi, Gustavo Quintana e Nanda Migliozzi. George Hilton è il brillante protagonista e al suo fianco troviamo alcuni interpreti fra i migliori del 'genere' (il cinema di serie B o C, sostanzialmente) tanto in voga in quel periodo: Edwige Fenech - per una volta quasi sempre vestita -, Umberto D'Orsi, Sal Borgese sono i nomi migliori. Apprezzabili anche le musiche di Aldo Bonocore; già più discutibili le scelte di fare incontrare il Passatore con Garibaldi e, soprattutto, con Giovanni Pascoli che neppure ne fu contemporaneo (il poeta nacque 4 anni dopo la morte del bandito). Infine, va rimarcato che è soltanto l'ormai ampia distanza temporale a consentire di poter parlare con toni allegrotti di uno dei più feroci, brutali e amorali assassini che l'Ottocento italiano abbia conosciuto. 3,5/10.

Sulla trama

Bandito con un'etica, Stefano Pelloni detto il Passatore dilaga con le sue scorribande lungo la Romagna di metà Ottocento. Fra una rapina e una fuga dai gendarmi trova anche il tempo per conquistare il cuore della bella Mora.

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