Regia di Flavio Mogherini vedi scheda film
Con buona probabilità, uno dei film più noiosi ed inconcludenti della storia del Cinema. Mogherini, la cui carriera come scenografo e costumista non ha certo bisogno di presentazioni (Pasolini, Vancini, Risi, Monicelli, Zurlini... ha lavorato con quasi tutti i grandi del nostro cinema), nei primi anni '70 intraprende la via della regia, con alterne fortune inizialmente, per poi precipitare nel vuoto assoluto di lavori o eccessivamente sbracati (i demenziali Com'è dura l'avventura o I camionisti) oppure troppo pretenziosi o indecisi (il thriller della Ragazza dal pigiama giallo, la polpettaccia in salsa erotica di Delitto passionale). Qui siamo ovviamente nel terreno minato delle pellicole 'minori', con una Brigitta Boccoli (che si presenta con il presuntuoso pseudonimo di Britt Bergman) lanciata sulla ribalta appena sedicenne, ma che già offre un nudo integrale (seppure non frontale) - e ad ogni modo non esattamente fenomenale come attrice. A dirla tutta nel resto del cast non spiccano nomi di grande risalto, se si esclude per i pur discreti Mario Adorf e Laurent Terzieff; sceneggiatura tratta dal romanzo Il grande tumulo di Giovanni Nicosia, firmata dal regista e da Massimo De Rita, composta più di dialoghi che di azione. Atmosfere cupe, lentezza spesso fastidiosa. Musiche di Lanfranco Perini, terribilmente anni '80. 2/10.
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