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L'adolescente

Regia di Catherine Breillat vedi scheda film

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La recensione su L'adolescente

di undying
6 stelle

Esordio in regia per la coraggiosa Catherine Breillat, diventata celebre dopo aver diretto lo scandaloso Pornocrazia (2004), interpretato da Rocco Siffredi.

 

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La scuola è finita e Alice (Charlotte Alexandra), per le vacanze estive, torna nella casa di campagna dei genitori. Suo padre (Bruno Balp) è più permessivo e tollerante, mentre la madre (Rita Maiden), piuttosto severa, non le risparmia ripetute critiche. In particolare per il modo disinvolto di vestire e per un comportamento stravagante. Alice infatti avverte i primi impulsi erotici ma per maleducazione sull'argomento, considerato tabù in famiglia, si lascia suggestionare dallo stile di vita di alcuni disinibiti cantanti che, nelle loro canzoni, promuovono la libertà sessuale, i rapporti promiscui e altri ideali rivoluzionari che contrastano duramente con la realtà quotidiana in cui è costretta a vivere. Alice passa il tempo facendo cose un pò folli, sino a quando si rende conto di essere attratta da Jim (Hiram Keller), un operaio al servizio della segheria del padre.

 

"Ho visto il suo uccello floppare, come un pesce morto."

(Alice, dopo un contatto fisico con Jim)

 

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L'adolescente: Charlotte Alexandra

 

Une vraie jeune fille, passato integralmente in censura in Italia solo nel nuovo millennio, con il titolo L'adolescente [1], è in buona sostanza l'adattamento cinematografico del romanzo "Le soupirail" (1974), scritto dalla stessa regista del film, Catherine Breillat, qui al debutto dietro la macchina da presa. Il pubblico che si è posto di fronte al prodotto, aspettandosi la solita commedia sexy alla Alfonso Brescia o perlomeno un erotico piccante, deve essere rimasto piuttosto deluso. Nulla di tutto questo offre la dissacrante regista, che tornerà a sconvolgere le platee anche nei suoi successivi lavori, raggiungendo il punto di non ritorno con Pornocrazia (2004), interpretato da Rocco Siffredi. In merito a L'adolescente, la Breillat sembra perseguire un racconto al limite della blasfemia, attribuendo il nome di Alice (con evidente intenzione iconoclasta, dato che qui di meraviglie non c'è nemmeno l'ombra) alla disagiata e sconvolgente protagonista. Una ragazzina complicata (in realtà l'attrice Charlotte Alexandra aveva, all'epoca, 21 anni), costretta a vivere in un ambiente represso e bigotto (si scopre che il padre ha un amante), condizionata dai media (televisione e radio) che diffondono ideali post-68, contribuendo a far crollare solidi e storici punti di riferimento (la famiglia, la maternità, il lavoro, l'altruismo) in favore di più "moderni" obiettivi, che non trovano, però, adeguati valori sostituitivi. In questo sconsolante contesto, Alice si dedica a passatempi quasi raccapriccianti: vomita, scrive con umori vaginali il suo nome sui vetri, urina all'aperto, pedala in bicicletta senza mutandine, si sodomizza con una bottiglia d'olio per l'abbronzatura mentre prende il sole.

 

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L'adolescente: Charlotte Alexandra

 

Senza seguire una sceneggiatura vera e propria, si susseguono sullo schermo sketches di forte impatto visivo, apparentemente disomogenei, tanto che alcuni sembrano essere solo frutto immaginario delle fantasie malate di Alice (la scena con il lombrico, fatto a pezzi, nella vulva). Al limite dell'hard, con primi piani di organi geniali maschili e femminili, L'adolescente procede in una rappresentazione del nudo - e di conseguenti atti sessuali perlopiù solitari - glaciale, raggelante e per nulla sensuale. La Breillat correda poi questo squallore, per la gioia degli animalisti, con scene di polli squartati e sventrati. Questo in fondo è il pegno da pagare, nel perseguire un ideale femminista: azzerare ogni emozione, suddividere l'appartenenza al genere (maschile o femminile) come rappresentativa di una categoria d'avversari, trattare esplicitamente gli atteggiamenti più bassi dell'essere umano che, nella cruda realtà quotidiana, è un contenitore organico di liquami e secrezioni da voltastomaco. Non esiste il dialogo, non ci può essere fedeltà tra moglie e marito, men che meno amore tra due nemici naturali, quali sono l'uomo e la donna. Alice è figlia del suo tempo, metà anni Settanta, quindi un ottimo esempio del risultato ottenuto dall'agitato movimento di massa a favore dell'emancipazione (degenerata): grandi battaglie per la parità dei diritti (?) e soprattutto per la cancellazione dei doveri. "Le donne danno il culo, non resta più niente da scoprire": questa frase accompagna l'uscita di Alice in bicicletta, mentre sollevando le natiche mostra di non indossare mutandine. Un dubbio dell'autrice sugli eccessi di una libertà che è destinata a dare frutti, molto peggiori, negli anni successivi? 

 

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L'adolescente: Charlotte Alexandra

 

La cinematografia di Pierre Fattori non a caso ricorda il porno francese, essendo nello stesso ruolo stato all'opera anche sui set a luce rossa. Mentre al bello e dannato, Hiram Keller (1944 - 1997), la Breillat riserva il ruolo di "pupazzo", costretto a comparire sul set senza alcuna personalità, con ruolo e finalità puramente estetica. È da apprezzare anche la colonna sonora, composta da Mort Shuman, con testi scritti dalla stessa Breillat [2]. Sono cambiati i tempi, adesso le bambole (Patty Pravo docet) non girano più, al contrario manovrano come burattini ragazzi efebici, senza carattere e senza più alcuna voce in capitolo. Il finale tragico, cinico e spietato, conferma trattarsi di un'opera volutamente disgustosa, girata con impersonale freddezza e pura cattiveria da un'autrice che arriva a dare - al sesso e all'erotismo - il volto inedito di un orrore moderno.

 

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L'adolescente: Bruno Balp e Charlotte Alexandra 

 

Visto censura [3]

 

Dopo essere apparso nelle sale cinematografiche francesi a metà anni Settanta, a causa del fallimento del produttore, Une vraie jeune fille scompare dalla circolazione sino al 1999. Anno in cui, a seguito del successo ottenuto dal film Romance, viene presentato al Festival di Rotterdam e, successivamente, distribuito nei cinema a partire dal 2000 [4]. L'adolescente ottiene infatti il nulla osta n. 94843, in data 11 ottobre 2000. Apparentemente senza tagli, con solo divieto ai minori. Metri di pellicola dichiarati, in quella occasione: 2487 (91'15").

 

Verbale allegato al n.o.:

"La Commissione visionato il film (...) ritiene che sia destinato ad un pubblico adulto. All'unanimità, sulla base delle numerose scene di autoerotismo, di feticismo sessuale e delle scene di congiungimento carnale con immagini insistite di organi sessuali, esprime parere favorevole al rilascio di n.o. alla visione in pubblico con il divieto ai minori di anni 18."

 

 

NOTE

 

[1] Oltre a questo e al film di Alfonso Brescia, è stato distribuito con lo stesso titolo de L'adolescente un terzo lungometraggio, del 1979, diretto da Jeanne Moreau.

 

[2] Titoli dei brani, cantati dalla stessa Breillat: Ma petite amie a fichu le camps; Le danger c'est de trop aimer; Suis-je une petite fille; Electric guitar.

 

[3] Dal sito "Italia Taglia".

 

[4] Da Wikipedia.

 

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L'adolescenteCharlotte Alexandra e Hiram Keller 

 

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L'adolescente: Charlotte Alexandra

 

"In fin dei conti, gli adolescenti credono di diventare adulti scimmiottando adulti rimasti bambini che fuggono davanti alla vita."

(Muriel Barbery)

 

L'adolescente (Catherine Breillat, 1976) - Clip

 

F.P. 08/05/2022 - Versione visionata in lingua francese (durata: 89'32")

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