Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Batman Begins: la nascita di un mito.
L’avevo visto parecchi anni orsono questo film, e non mi aveva detto alcunchè. Rivisto oggi ho capito. Ho capito che (all’epoca) non avevo capito un accidente. Perché questo non è uno dei soliti film su uno dei tanti supereroi in circolazione. A prescindere dal fatto che il supereroe sia Batman (a me uno dei più congeniali), questo è un film di C.Nolan e si vede eccome. La bellezza del film sta proprio in questo per me: piccona le consolidate fondamenta del fortunato fumetto (un reboot a tutti gli effetti) per ricostruirla ex novo su quelle ben più affascinanti progettate da C.Nolan (basti pensare alle architetture della futuristica Gotham City). Il film ha, infatti, poco a che spartire con l’estetica gotica dei film di T.Burton e assai meno con quella kitsch dei film di J.Schumacher (supadany). Tenebroso e introspettivo, sofisticato e visionario, questo Batman si prende il suo tempo prima di conformarsi ai canoni del suo genere e - a dispetto di quanto credono in molti - è proprio questo, per me, il principale merito del film. Il racconto di Bruce (bambino, ragazzo e uomo), prima del racconto della leggenda. La descrizione di un profondo terrore personale, prima di quella d’un terrore collettivo “simil-apocalittico” (scatenato dallo spauracchio/spaventapasseri), descrizione (quest’ultima) cui pur è dedicata tutta la 3° parte del film (se si adotta la corretta tripartizione operata da supadany). Terrore che Bruce saprà affrontare, metabolizzare e trasformare in effigie clemente e, al tempo stesso, terribile (le suggestive deformazioni provocate da una micidiale tossina non mancano di sfigurare persino l’immagine di Batman) di moralità pubblica.
Dunque, un ottimo noir-psicologico (prima che un superhero-movie), e se questo significa alienarsi le simpatie di un pubblico più giovane e più “sensibile” (ma stento a credere che questo sia davvero il caso di Batman Begins), pazienza. Il pubblico più maturo apprezzerà certamente (e molto).
Una nota a margine merita il triste doppiaggio italiano del protagonista. Massima stima per C.Santamaria, ma qui davvero la sua voce (come Bruce e come Barman) è un pugno nello stomaco. Davvero un peccato.
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