Regia di Vicente Aranda vedi scheda film
Dietro questo vehicle per la bella Paz Vega, scoperta in Lucia y el sexo, non c’è niente a che vedere con la celebre opera di Bizet. Gli autori infatti hanno scelto di rifarsi fedelmente alla novella che aveva ispirato il compositore e i suoi librettisti Meilhac e Halevy. La Carmen di Prosper Mérimée è una novella magistrale, immersa in una Spagna sensuale e violenta, quasi ipnotica. La vicenda è fin troppo nota per riassumerla, con il percorso del povero ufficiale José portato alla rovina dalla bellissima sigaraia gitana. Aranda, esperto professionista alla soglia degli ottant’anni (L’abito da sposa macchiato di sangue, Amantes), mette in scena con una certa ricchezza nella ricostruzione e un passo non sveltissimo. Oltretutto la narrazione a incastro, con il protagonista-turista Mérimée che coglie elementi sparsi di una vicenda che solo poco a poco si dipana davanti ai suoi occhi, è usata con perizia da Mérimée in molti suoi racconti, ma sullo schermo ha l’effetto di rallentare l’arrivo della storia vera e propria (che in effetti si comincia a far strada dopo una mezz’ora buona). Gli attori, a cominciare dalla Vega, non sono all’altezza, a cominciare proprio dalla protagonista. Tutto sommato, un’operazione abbastanza inutile.
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