Regia di Valerio Jalongo vedi scheda film
Il tema della semi-libertà, del reinserimento in una vita normale con le sue illusioni, la sua non-libertà e l'impossibilità di sopprimere chi si è veramente potevano fare di questo terzo film per il cinema del bravo Valerio Jalongo (direttamente dal laboratori gaumont) una sorta di Eddie Bunker nostrano (Come una bestia feroce per esempio). Invece il film sembra non sapere mai che direzione prendere parlando di tutto e alla fine di niente, incerto se soffermarsi a raccontare le tristi storie di (dis)illusioni dei compagni di cella del protagonista, vicende mafiose,amorose e chi più ne ha ne metta fino ad un finale drammaticamente forte ed assolutamente non consolante da melò che però non trova riscontro durante tutto lo svolgimento del film. Peccato davvero perchè le faccie sono quelle giuste e se la cavano bene (con una menzione speciale per Ivan Franek mentre il bravo Cassetti sembra rifare pari pari Roberto Succo), sequenze azzeccate ce ne sono come quella dell'inizio in carcere o il già citato finale tra fango e buoi ma purtroppo non bastano a dimenticare il senso di confusione presente su tutta la storia. Comunque più coraggioso della media dei film italiani.
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