Regia di Masayuki Ochiai vedi scheda film
mette genuinamente a disagio questo "ospedaliero"psicotic-horror-epidemic. all'inizo quell'altalena che si muove fa presagire male. oddio un altro "ringu-ju on" non lo si sarebbe potuto sopportare. invece poi piano piano, si entra nella mente di questo film e si prova una certa inquietudine. i meandri del cervello, sono anche i corridoi di questo ospedale allo sbando, dove non ci sono più soldi per comprare le siringhe. un medico rifiuta di capire i propri pazienti e li tratta con fastidio. una giovane infermiera ha non pochi problemi con le siringhe e un paziente con estese usioni su due terzi del corpo muore per un grossolano scambio di parole. da qui tutto degenera inesorabilmente. ciò che i propri occhi vedono non è lo stesso quando è riflesso in uno specchio anche se i colori non cambiano se esposti alla luce, sia essa naturale o artificiale. altrimenti qualcosa non va. purtroppo il finale un pò pasticciato e finito di corsa rovina il risultato finale di un film che altrimenti avrebbe meritato una promozione a pieni voti. lo scorrere lento del film si accompagna bene all'evolversi veloce ed inesorabile dell'infezione verde che attacca tutti, plasmandoli in un'orgia di poltiglia organica tra "la cosa" carpenteriana e gli ectoplasmi del "kingdom" von trieriano. l'agente patogeno che possiede il corpo umano e lo scioglie dal di dentro lo pone nella straniante posizione di sorridere mentre dovrebbe soffrire tremendamente. questo virus di origine sconosciuto richiede anche una partecipazione e dedizione assoluta a questa nuova confessione verde, attraverso trasfusioni fluido-sangue e/o transfer psichici tra ciò che rimane della sanità mentale e quella inesorabilmente compromessa. il regista sa sfruttare abilmente a suo favore (e a nostro ovviamente) il disagio che cià l'ambiente ospedaliero provoca in tutti noi. ospaedale=malattia=sofferenza=cure tremende ed invasive=possibile non guarigione. gli attori nelle sue mani divengono extra-corpi vuoti di vita, ma pregni di minacciosa e virulenta malattia. fantasmi che forse hanno un'ultima possibilità di essere ricacciati nell'oscurità della notte mentale, con le rassicuranti luci del giorno.
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