Regia di István Szabó vedi scheda film
Che cosa c’entra il teatro con il cinema? Può essere una domanda retorica, strutturale, oziosa, fondante, teorica. Dipende dai punti di vista. Per il regista ungherese István Szabó, che ha portato in più fasi della sua carriera la macchina da presa sulle tavole del palcoscenico, una delle risposte riguarda quel girotondo di maschere a cui tutti sono invitati o costretti. Tutto è lecito in amore, a teatro, nel cinema, purché non si dimentichi mai che l’essere umano indossa una maschera, un ruolo, un personaggio. Gli attori che interpretano attori, come nel caso della diva Julia Lambert (Bening), signora dei teatri inglesi degli anni ’30, esaltano le contraddizioni di una vita come rappresentazione sotto mentite spoglie. La popolare e non più giovanissima Julia è sulla cresta dell’onda e di una gentile nevrosi. Sposata, con un’unione libera e disinvolta, con il suo impresario (Irons) si lascia irretire da un furbo giovanotto americano (Evans) e il rimescolamento del sangue porta una ventata di novità e di allegria. Fino al giorno in cui nella relazione di Julia scattano le consuete trappole. Il palcoscenico diventerà strumento di tremenda e sarcastica vendetta. Dal romanzo di Somerset Maugham un film apatico che si apprezza soprattutto per l’elegante confezione. La Bening ha avuto, per il film, una immeritata nomination.
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