Regia di Matthew Vaughn vedi scheda film
«I’m not a gangster, I’m a businessman whose commodity happens to be cocaine» («Non sono un gangster, sono un uomo d’affari il cui articolo si dà il caso sia la cocaina»), dice il protagonista senza nome all’inizio. Ed è ovvio che nel giro dei gangster alla fin fine ci caschi dentro, perché quando si tratta di pazzi isterici, killer serbi e ricchi altolocati che non hanno alcuna intenzione di lasciare una fetta di torta (Layer Cake, il titolo originale) per nessuno, devi adattarti alla giungla. Il problema dell’esordio del produttore di Guy Ritchie è che non riesce mai a decidere se essere serio o faceto: spesso sembra scalpitare per diventare ironico e scherzoso come Snatch, a volte si fa sorprendentemente cupo, aiutato anche dai gorgheggi di Lisa Gerrard. Il risultato non è né carne né pesce: non si può dire brutto, ma non si può dire nemmeno che interessi più di tanto. Peccato che non si sia optato per una maggiore sobrietà: si ha perfino la sensazione che le troppe piste aperte facciano fatica a chiudersi. Il cast, nonostante Kenneth Cranham e Jamie Foreman siano oltre qualsiasi riga, è comunque di lusso: Michael Gambon fa impressione (soprattutto il fondotinta che ha sul viso) e Daniel Craig è notevole (sarà uno 007 coi fiocchi).
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