Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Si può solamente immaginare la soddisfazione di Lucio Fulci nell'intraprendere una riduzione (o, meglio in questo caso, un 'allargamento') per il cinema del racconto di Edgar Allan Poe Il gatto nero; Fulci, da sempre amante del genere horror, nel 1981 è ormai giunto alla fase finale della sua carriera, quella nella quale si dedicherà esclusivamente a lavori sanguinolenti a basso o bassissimo budget. Qui le doti produttive sono modeste e va riconosciuta la capacità del regista di mantenere alta la tensione con una discreta continuità e senza dover ricorrere a stratagemmi ad effetto come gli eccessi splatter da lui tanto amati. Con un adattamento fantasioso, ma non troppo (la storia di Poe è molto rimaneggiata, ma non c'è granchè di originale, a conti fatti, nella pellicola, che risulta spesso prevedibile) a cura dello stesso Fulci e di Biagio Proietti, il film conta su un cast composto esclusivamente da seconde e terze linee come Al Cliver, Mimsy Farmer, Dagmar Lassander, Patrick Magee: le interpretazioni, considerando soprattutto che gli altri nomi sono ancora meno noti, sono quelle che sono; musiche sufficientemente spettrali firmate da Pino Donaggio. 4/10.
Intorno alla villa di un anziano professore esperto di spiritismo si succedono omicidi imprevedibili. L'unica costante di tutte le morti pare essere la misteriosa presenza di un gatto nero sul luogo del delitto.
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