Regia di Ventura Pons vedi scheda film
Chiaramente ossimorico il titolo rispetto al 99% della pellicola, tratta dall'omonimo testo teatrale di Sergi Belbel. La struttura è a catena, ossia ogni scena è concatenata alla precedente da un personaggio comune, così ogni scena è indipendente ma collegata alle altre, una sorta di pièce à tiroirs, un dramma a cassetti. La forma, di per sé interessante, racchiude scontri verbali o anche fisici tra coppie (il titolo si riferisce alla "catarsi" finale) e vorrebbe analizzare la famigerata incomunicabilità, l'egoismo e l'incomprensione. Tutto però va alla deriva a causa di dialoghi ridicoli e banalissimi, regia piatta e noiosa il cui unico intervento evidente è l'alternanza di inutili raccordi accelerati girati in automobile per le strade cittadine notturne e le immagini abbinate ai titoli di coda invece al rallentatore, dopo la scena delle tanto agognate carezze.
Ventura Pons si conferma regista scialbo, inutile o capace solo di far danni, come anche nell'interessante soggetto de Il voltapagine. 3
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