Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film
Ispirato alla realtà giapponese, quando, riconquistata la libertà di stampa, i giornali si buttarono sullo scandalismo per vendere più copie, "Scandalo" non è certo uno dei film più riusciti di Kurosawa. Ed è un peccato, perché l'argomento è interessante, Purtroppo, però, come riconobbe l'autore stesso, il regista si fa prendere troppo la mano dal personaggio dell'avvocato e dalla storia patetica della figlia. In più, i caratteri sono troppo manichei, troppo buono ed onesto quello del pittore Aoye (un bravo Mifune, che si lancia come una specie di Gregory Peck nipponico) e troppo malvagio l'editore Asai, per essere credibile nella parte del paladino della libertà di stampa. C'è poi, un sovrappiù di rimandi al cinema americano, soprattutto a "La vita è meravigliosa" di Frank Capra, specialmente nella scena della festa di Natale, quando tutti intonano la versione giapponese di "Old Lang Syne". Forse Kurosawa cercava proprio di lanciarsi nel mercato americano, ma, per ironia della sorte, questo americaneggiante "Scandalo" resterà una delle sue opere "minori", mentre il successo internazionale arriverà lo stesso anno, il 1950, con uno dei suo film più profondamente giapponesi, come "Rashômon".
Fin troppo teatrale l'interpretazione di Takashi Shimura, che darà il meglio di sé, sempre con Kurosawa, in "Vivere".
FilmTv: mettete tra gli attori Takashi Shimura, che è uno dei protagonisti, forse il principale.
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