Regia di Gregg Araki vedi scheda film
Fa schifo da qualunque punto di vista lo si guardi. Solo il protagonista e' di un certo interesse. Per il resto, e' finto, plastificato come la narrazione nordamericana in genere. Trasgressione moralistica sentimentalistica ad uso della nuova generazione di borghesi - sessantottismo imborghesito, commercializzato (e' una storia che si ripete con ogni movimento socio-culturale dopo una prima fase...al rock, al punk, al dark... succede quando diventa una moda... e' una rielaborazione consumistico-borghese). Anticonformismo, ribellismo nominale, di facciata come piace oggi. Tipo Littizzetto. Niente di sostanziale. Araki e' sopravvalutatissimo. Non va giustificato come film pedagogico per ragazzini gay.Io sono gay ma questo non basta per chiamare cinema un filmaccio del genere. Non e' puritanesimo. Al contrario. Che un bambino abbia desideri erotici non mi sconvolge affatto. Ma quando di tutto questo si vuole fare una parabola moralistico 'pedagogistica' all'americana mi girano i coglioni. E' tutto un 'attento a fumare, a drogarti, a prostituirti etc...' mentre vorrebbe apparire libero da conformismi sociali. Niente di esistenzialisticamente autentico. Una brutta copia di Spielberg in versione sessantottina. Puak. La storia e' di una bruttezza unica e il romanzo deve essere ancora peggio.
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