Regia di Gregg Araki vedi scheda film
Fare un film sulla pedofilia non è facile, soprattutto se non ci si propone una condanna aprioristica e si cerca di guardare con compostezza alle conseguenze della violenza subita.
In una cittadina dell'indefinibile e sterminata provincia degli Stati Uniti, Brian e Neal subiscono da piccoli un abuso da parte del loro coach di baseball, figura tipicamente emblematica dell'educazione infantile americana. Il biondo Brian al trauma reagisce con l'amnesia, arrivando addirittura a pensare di essere stato rapito da alieni che gli hanno cancellato la memoria. Il moro Neal, molto disinibito, ha invece trovato nell'esperienza un completamento della precoce tendenza omosessuale, identificando nell'adulto violentatore un'icona amorosa che da adolescente ricercherà; il sesso diventerà poi per Neal il modo di esprimere la violenza e l'insoddisfazione e si prostituirà, prima nel parco cittadino poi nella Grande Mela, mentre Brian sembra lontano da qualsivoglia espressione sessuale.
Così il film procede su un duplice binario, da una parte X-files dall'altra Ragazzi di vita, alternando crudezza e scene esplicite a toni più metaforici e poetici. Nessuno dei due personaggi emette però un drastico giudizio sul coach, che è una figura assente perché scomparso dalla cittadina, ma che rimane profondamente impresso nella memoria o nell'inconscio dei due ragazzi. Il trauma loro imposto, rimosso o trasfigurato, perdura come cardine della rispettiva esistenza e finisce per determinarla pesantemente, è sempre presente come una cicatrice indelebile e comunque deturpante.
Tralasciando il trash destroy delle opere precedenti, Araki si impegna in parte a ripercorrere i passi di Gus Van Sant, che in Belli e dannati aveva composto una ballata lirica e romantica sulla prostituzione virile, anche se non riesce ad eguagliarne la potenza, e pare rifarsi anche ai toni dimessi di L.I.E. (Long Island Expressway di Michael Cuesta), un altro film indipendente che abbordava senza isterismi il tema della pedofilia.
Mysterious skin è fatto di ironia e asprezza, colori pop, provocazioni visive, scene crude e musica evanescente, primissimi piani e dettagli, inquadrature strette - quasi sempre frontali o verticali - pochissima profondità di campo. Perché per Neal e Brian il mondo è quasi del tutto fuori campo, gli altri - parenti, amici, amanti – sono figure evanescenti, mentre la propria tormentata ossessione è l'unica certezza, latente e dolente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta