Regia di David O. Russell vedi scheda film
Russell e il suo sceneggiatore pensavano di prendere dei temi filosofici e di trasformarli in una farsa oppure immaginavano di imprimere un passo satirico ad una commedia sovraccaricandola di parole da scrivere in caratteri maiuscoli, sapendo che sono state spremute dall’uso quotidiano. Ammesso che una di queste due fosse l’opzione-guida del film, il risultato è un disastro guarnito con un cast interessante lasciato alla deriva. Nel film si chiacchiera troppo quasi a ritardare la percezione del vuoto abissale sul quale si volteggia. Qualche momento e qualche riga di dialoghi estrapolati dall’insieme sono anche piacevoli, l’andamento è quello di una parata di piccole follie alla quale dà il via libera Albert (Schwartzman) un ambientalista che si rivolge a due detective esistenzialisti (Hoffman e Tomlin) per capire il significato profondo di alcune coincidenze. Nella scempiaggine dei due “occhi privati” c’è del metodo: tutte le cose sono reciprocamente connesse e devono seguire ovunque i loro clienti per dimostrarlo. Entrano in scena - per aumentare la confusione - Brad (Law) executive della catena commerciale Huckabees e Dawn(Watts) voce e volto della catena. La matassa è un groviglio nel quale cadono anche una sexy “philosophe”(Huppert e un pompiere ecologo (Whalberg). Lo spettatore si sente inutile.
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