Regia di David O. Russell vedi scheda film
David O. Russell è quasi certamente convinto d'essere un grandissimo regista. Non lo è. Nella maniera più assoluta. Ma è un pazzo scriteriato, e gliene va reso merito. E' forse un anarchico, iconoclasta, disarmonico narratore di Niente e, come tale, egli assolve un compito tutto sommato rigenerante per le comatose condizioni in cui versa il cinema brillante contemporaneo, soprattutto se made in USA. Tanto di cappello di fronte a chi, come il sig. Russell (non O'Russell), sa ancora osare dietro ad una macchina da presa. Di fronte a chi vuole e può fare del proprio personalissimo, intangibile delirio una forma d'espressione se non artistica certamente creativa, vitale, e soprattutto dissonante rispetto agli ammiccamenti ed ai clichè tipici di tanta produzione main-stream per segretarie depresse. Certo, il risultato è tutto fuorchè armonico.. ma viva l'eccentricità, e perfino la verbosità eccessiva (volutamente, signor Magrelli?), il frullatore satirico-filosofico e la tanta carne al fuoco servita in salsa demenziale! Ben venga tutto ciò, se le alternative devono essere Bridget Jones Reloaded, Jason Biggs e le sue torte o la solita, equina Julia Roberts in cerca di marito. Non stupisce che il grande pubblico, in larga parte privo dell'alfabetizzazione elementare, non abbia gradito nè capito. Che certa critica spari a zero, senza neanche saper scrivere il cognome del regista, dispiace già di più.
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