Regia di Fernando di Leo vedi scheda film
Questa storia di critica al perbenismo di matrice borghese non era pane per i denti di Fernando di Leo, più avvezzi ad altri generi, che giustamente gli hanno dato, negli anni a venire, la giusta e meritata fama: l'inizio onirico sembra un incrocio tra un film di Bunuel e Polanski ma, quando conosciamo i protagonisti della tresca che si consuma tra l'annoiata ed insoddisfatta Clara (Françoise Prevost) e il bagnino con velleità anarcoidi (Gianni Macchia) la vicenda implode e vira verso un erotismo da fotoromanzo che oggi può solo far sorridere.
Dialoghi banali e interpreti mediocri e un parziale riscatto con un finale amaro, finalmente giocato sulle immagini e non sulle parole, con alcuni critici che addirittura hanno evocato Fellini, ma rimane un film mediocre.
Voto. 5.
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