Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Sulle note di una delle più belle canzoni italiane di sempre,"Impressioni di settembre" della P.F.M.,si apre e si chiude "Quo vadis,baby?",dodicesima regia di Gabriele Salvatores,che fa un passo in più per affrancarsi dall'etichettamento del cinema "alla Salvatores" ,come sono stati battezzate diverse commedie con personaggi sulla quarantina in fuga o in viaggio.Film falso sperimentale,giacché fondato su tre piani narrativi(i ricordi sgranati,le videoregistrazioni asettiche e la realtà cupa in una Bologna tetra) ma abbastanza ordinato nel racconto ,questo thriller anomalo presenta una protagonista sbalestrata:è un'investigatrice che non si sa rendere conto di alcune cose evidenti intorno a lei,viene considerata incapace di reggere la verità dalle persone più vicine,e tutto sommato non sta bene nè con sè,nè con gli altri.Giorgia Cantini,ruvidamente interpretata con aderenza dalla non-attrice Angela Baraldi,è un'indagatrice che perde continuamente il confronto con lo spettatore,che realizza le cose sempre prima di lei,e alla quale la storia,slealmente,come fanno gli altri personaggi,nega un'ultima verità concedendola invece al pubblico:Salvatores,mette per la prima volta un personaggio femminile al centro di un film,e innesta nella trama riferimenti cinefili,titolo compreso,con la passione e la pervicacia di chi ama fortemente il cinema.Prevedibile e non sorprendente come giallo,"Quo vadis,baby?" appare però come un tentativo convinto di aprire una luce scrutatrice sulla realtà che ci circonda,e una spinta a non accettare la versione ufficiale delle cose,quasi un invito fermo a spingersi oltre domande non fatte e parole non sentite.Una colonna sonora di cui si può considerare seriamente l'acquisto è tra i piatti forti della pellicola,che si conclude malinconicamente con una rivelazione aspettata.
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