Regia di Geoffrey Sax vedi scheda film
Secondo le scienze esoteriche il rumore bianco è quella frequenza sonora di cui si servirebbero gli spiriti dei trapassati per comunicare con quelli dei vivi. Le voci elettroniche, nel gergo specialistico EVP, non sono facili da intercettare ad orecchio nudo, ma gli esperti del campo assicurano che sia possibile captare tali messaggi tramite apparecchiature di registrazione molto sofisticate e sensibili. Il problema non sarebbe tanto riuscire ad ottenere un contatto, quanto evitare di attirare entità spettrali potenzialmente pericolose.
Il thriller paranormale diretto dal regista televisivo britannico Geoffrey Sax con protagonista uno sbiadito e attonito Michael Keaton, nei panni di un architetto rimasto vedovo che cerca disperatamente di contattare la moglie morta in uno sfortunato incidente d’auto, ruota attorno a questa affascinante tematica, ma purtroppo, aldilà di qualche suggestione visiva e mentale buona solo nella prima mezzora, si perde poi a causa di una sceneggiatura che accumula una concatenazione di salti temporali e logici, mancando di empatia e di tensione e affidandosi ad un finale irrisolto e irrisorio che fa presto dimenticare qualche buona premessa iniziale.
Il discreto successo di botteghino, tuttavia, ha dato origine anche ad un sequel, uscito esclusivamente in home-video.
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