Regia di Amerigo Anton vedi scheda film
I banditi capeggiati dal terribile Montana fanno il bello e il cattivo tempo nel far west. Una donna viene derubata e assassinata; il fratello viene a riscuotere vendetta.
Uno dei migliori film diretti da Tanio Boccia, effettivamente: mestierante di pessima fama notoriamente abituato a lavorare con budget infimi, cast improbabili e storie di risibile spessore, qui - firmandosi come di consueto Amerigo Anton - riesce a mettere in scena uno spaghetti western mediocre e già stravisto, ma senza gravi difetti di forma o palesi enormità nei contenuti. Soggetto e sceneggiatura sono dello stesso Boccia, che non ha di sicuro grande fantasia; l'ennesima storia di vendetta nel vecchio west sembra 'ancora più ennesima' vista la data di uscita della pellicola, ampiamente in ritardo con l'esplosione del filone sui grandi schermi nostrani (1965-67). D'altronde questo è il quarto western all'italiana consecutivo diretto dal regista potentino, nonchè l'ultimo; qui fra gli interpreti si possono segnalare Rik Battaglia, Richard Harrison, George Wang, Furio Meniconi e soprattutto Anita Ekberg, un vero e proprio alieno in tale circostanza, ma d'altronde la carriera della ex pin-up svedese stava sostanzialmente precipitando. Anton/Boccia, già approdato ai sessant'anni (classe 1912), dirigerà soltanto altri due titoli, con grave dispiacere di tutti gli appassionati del trash e dello 'scult', categorie in fin dei conti evitate da La lunga cavalcata della vendetta. 2,5/10.
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