Regia di Robert Vernay vedi scheda film
Impeccabile trasposizione cinematografica del romanzo di Alexandre Dumas.
Nel 1942, il regista Robert Vernay aveva già diretto un “Conte di Montecristo”, con sceneggiatura di Charles Spaak, un film ricordato come uno dei maggiori successi cinematografici durante l’occupazione tedesca in Francia. A dieci anni di distanza, decide di rifarlo, questa volta a colori e affidando il ruolo di protagonista al carismatico e aitante Jean Marais. In fin dei conti, si tratta solo di una delle numerose trasposizioni cinematografiche del celeberrimo romanzo di Alexandre Dumas. E’ – come si usa dire – un film datato, una pellicola d’altri tempi, con un eroe impavido e tanti “cattivi” da combattere, una fotografia dai colori quasi ingenui, scenografia e costumi tipici di ogni film di cappa e spada dell’epoca. Eppure, dopo lunga riflessione e tanti dubbi, non posso che assegnare cinque stelle ad un film che, per quanto lo abbia cercato, non presenta un solo difetto. Certo, la sceneggiatura offerta dal romanzo è a prova di bomba, ma il cinema è una cosa, la letteratura un’altra. Qui, il cinema viene onorato in ogni suo aspetto. Le oltre tre ore di proiezione volano, tra dialoghi brillanti e scene d’azione che inchiodano lo spettatore alla poltrona, colpi di scena e sorprese che si alternano ad un ritmo vertiginoso. Per il suo personaggio, Jean Marais possiede ovviamente il classico “physique du rôle” ed è circondato da uno stuolo di attori di primo piano. Trattandosi di una coproduzione italo-francese, si fanno notare le partecipazioni tutt’altro che secondarie, di Folco Lulli e Paolo Stoppa. Quest’ultimo, in particolare, è impeccabile nella sua interpretazione del maggiordomo del Conte, figura-chiave nella seconda parte del film.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta