Regia di Carlo Mazzacurati vedi scheda film
Un malinconico dentista separato vede piombarsi nel suo appartamento studio della capitale una ragazza russa stravolta e con un incisivo rotto. Alia è misteriosa e sfuggente, Saverio se ne innamora perdutamente ma lei sparisce. Nel tentativo di rintracciarla entra in contatto con persone e un mondo lontano dal suo (dal quartiere Esquilino alla periferia di Tor Bella Monaca). In particolare con Mauro, il capo di una banda di malviventi in giacca e cravatta che vive di traffici loschi e scorribande notturne, stringe un’amicizia che ha in comune Alia. Nell’epilogo drammatico i nodi verranno al pettine.
Carlo Mazzacurati è un cineasta nato all’ombra di Nanni Moretti (anche attore in un paio di suoi film). Il suo cinema ha indagato e continua a indagare con occhi delicati, un po’ sognanti ma consapevoli, e con un’inconfondibile amarezza di fondo il nostro paese e l’umanità che lo attraversa.
UN’ALTRA VITA racconta di un uomo spento e annoiato, improvvisamente la sua monotonia viene spezzata da una donna dell’est immigrata. Il confronto-scontro tra il mondo perbenista e ripetitivo di Saverio con quello volgare, cialtrone e arricchito di Mauro e soci è speculare di due Italie differenti e lontane in cui la seconda oggi sembra aver prevalso sull’altra.
Il tema dell’immigrazione lo affronterà più approfonditamente in VESNA VA VELOCE. In questa terza opera il regista padovano è ancora acerbo e schematico, si riconoscono però tutti i buoni propositi del giovane cinema italiano dell’epoca di alzare lo sguardo e il tiro. Già da IL TORO in poi egli raggiungerà una maggiore maturità e affinerà il suo tocco, la sua sensibile finezza. Sicura e riuscita, invece, la direzione degli attori: Silvio Orlando è stato più convincente in altre prove, mentre sono molto bravi Claudio Amendola, Antonello Fassari, Antonella Ponziani, Giorgio Tirabassi e Monica Scattini. Cammei di un giovanissimo Kim Rossi Stuart e di due validi caratteristi quali Roberto Nobile e Antonio Petrocelli.
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