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Tenere cugine

Regia di David Hamilton vedi scheda film

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La recensione su Tenere cugine

di undying
6 stelle

In anticipo sul film italiano L'iniziazione, una prima lettura cinematografica del romanzo Le prodezze di un giovane Don Giovanni di Apollinaire. A differenza del testo, il regista conferisce un taglio malinconico e di rassegnata presa di coscienza da parte del piccolo protagonista. Il piacere e il dolore: due facce della stessa medaglia.

 

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1939, mese di Luglio. L'adolescente Giuliano (Thierry Tevini) ha occasione di frequentare la cugina Giulia (Anja Schüte) quando questa è ospite nella casa di campagna dei genitori. Il ragazzo prova un'attrazione intensa, non ricambiata. Giulia, infatti, è affascinata dal più maturo Carlo, promesso sposo di Chiara, la sorella di Giuliano. Mentre Carlo, trascurato dalla fidanzata, corre dietro alle più disponibili cameriere, Giuliano viene sorpreso dalla madre Agnese (Macha Méril) in atteggiamenti sessuali con Matilde, giovane governante che lo avvia ai piaceri della carne per essere poi licenziata così, sui due piedi. Viene assunta, al suo posto, l'altrettanto giovane Agnese, ribattezzata Maddalena dagli inservienti e subito al centro delle attenzioni dei vari maschi. Nel frattempo Hitler scatena il conflitto mondiale e tutti gli uomini idonei alla guerra sono costretti a partire per il fronte: Giuliano si ritrova solo, in mezzo a tante donne bisognose di attenzioni. La prima a darsi completamente al ragazzo, anima e corpo, è Justine (Anne Fontaine).

 

"Mi chiamo Giuliano, ho sedici anni. Beh... diciamo quindici e tre quarti. Il mio guaio è di essere innamorato di mia cugina Giulia. Niente da dire: fisicamente è quel che si dice una gioia per gli occhi. Mi ricorda Venere che esce nuda dalla schiuma del mare. Ma nuda... non l'ho ancora vista." (Giuliano si presenta, con voce over sui titoli di testa)

 

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Film decisamente insolito questo Tenere cugine, piuttosto eccentrico per come viene sviluppato dal punto di vista di un quindicenne che si trova a vivere le prime esperienze sessuali. Non solo: sul versante femminile anche la cugina Giulia vive i primi approcci e sperimenta i dolori dell'amore, quando scopre il desiderato Carlo in intimità con una cameriera. Di per sé non c'è nulla di strano, sono passaggi della vita che tutti noi abbiamo affrontato. Ma in silenzio, facendo prezioso segreto di quei primi batticuore, di quelle sensazioni che ci hanno lasciato senza fiato facendoci prima felici e poi tristi. David Hamilton, fotografo e regista inglese ma di adozione francese, in un paio di occasioni affronta il tema dello sviluppo sessuale (l'altro titolo è Bilitis, del 1977) inserendosi nel filone dell'erotismo romantico, quello che scaturisce da pulsioni platoniche per poi scontrarsi con la crudezza della realtà: che è poi quella della carne, dei seni femminili esposti, frugati, palpati, magari causa di una ejaculatio praecox. Realtà che si completa anche con i primi schiaffi, ricevuti in risposta ad insolenti commenti. Il piccolo protagonista cresce interiormente, impara presto a trarre lezione dalla sofferenza che si nasconde, talvolta anche, tra le curve generose di un bel corpo di donna. Hamilton non dà al prodotto un taglio voyeuristico, né spinge sul contenuto sessuale. Traccia invece un sottile confine, in bilico tra gioia e dolore, sul quale si sviluppa un erotismo malinconico, quando non triste. E ci viene in mente, per tipo di approccio velato da disillusione, per l'umor nero che paradossalmente sottende gli anni più belli e per coraggio di messa in scena, il nostro indimenticabile Salvatore Samperi, regista che tocca vertici di poetica inquietudine sessuale di questo tenore prima in Malizia, poi in Nene'.

 

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In Italia, verso la metà degli Anni '70 e nei primi degli '80, diversi autori hanno tentato di affrontare l'argomento delle prime pulsioni sessuali in minorenne età: Maladolescenza, Bestialità o La svergognata, ad esempio, sono tre titoli che oggi qualunque produttore troverebbe impensabile finanziare. Al proposito si ricordi che i due cuginetti sono davvero minorenni all'epoca del girato: Giulia/Anja Schüte ha sedici anni e Giuliano/Thierry Tevini nemmeno quindici. Ma quello che più di tutti sembra ricordare questo Tenere cugine è un film del 1986, ambientato ancora più indietro nel tempo, in un contesto pressoché identico: L'iniziazione di Gianfranco Mingozzi. Il perché è da rintracciare nella fonte comune agli sceneggiatori dell'uno e dell'altro film (con entrambi la Francia in partecipazione di produzione), ovvero il racconto di Guillaume Apollinaire, Le imprese di un giovane Don Giovanni

 

locandina

L'iniziazione (1987): locandina

 

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Citazione 

"La natura fa le cose male: io ho il sentimento ma non ho l'età; lui ha l'età e non il sentimento." (Giuliano riflette circa il rapporto tra Giulia e il più maturo Carlo)

 

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