Regia di Piero Ballerini vedi scheda film
L’orfana Delfina incontra la piccola Marina e la riporta da suo padre, il vedovo Antonio. Questi decide di ringraziare Delfina prendendola come governante in casa sua. Fra i due nasce l’amore, ma quando la ragazza scopre che in realtà l’uomo è solo stato abbandonato dalla moglie, se ne va.
Tratto da un romanzo di Milli Dandolo con sceneggiatura scritta dallo stesso regista Piero Ballerini, La fuggitiva è un melodrammone leggermente in anticipo con i tempi, orientato più verso il cinema del dopoguerra – di sentimenti forti e storie strappalacrime – che verso la sua contemporaneità, fatta di toni pacati e con una vera ossessione per il lieto fine e la nota di speranza inserita in ogni dove. Qui di speranza invece ce n’è ben poca, c’è poco ottimismo e l’impietosa descrizione delle miserie di una nazione in quel momento in guerra (1941) non sembra accordarsi perfettamente con i dettami artistici del regime fascista. Piero Ballerini, già attivo da qualche anno, è stato d’altronde un assiduo frequentatore del genere sentimentale/drammatico; qui ha a disposizione un cast di tutto rispetto e che se la cava egregiamente, composto principalmente da Iole Voleri, stella del momento (e che, contro ogni aspettativa, dopo questa pellicola si ritirerà dal mondo dello spettacolo), dalla piccola Mariù Pascoli, che girerà qualche altro film come attrice-bambina prima di dare anch’ella l’addio al cinema, e ancora Renato Cialente, Clelia Matania, Nino Crisman, Anna Carena e l’emergente Anna Magnani. Lavoro ordinato, ben disposto in scena, ma un po’ insipido. 4/10.
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