Regia di Baltasar Kormákur vedi scheda film
E' una visione ancora più cupa di "Festen", a cui l'accosto. Un interno familiare che a differenza dell'ambiente naturale che lo circonda, gelido e ventoso, ribolle di odio, rancore e fiamme mai spente. Una vicenda patriarcale senza nessuna luce, livida, e per questo il film ne esce piuttosto appesantito. Non ci sono grandi scatti registici, anche se gli attori, come sempre nel cinema "nordico", sono molto bravi. E l'Islanda ne esce come una terra davvero sperduta, di cui è metafora il vagare senza senso degli animali. E delle anime.
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