Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
L'esordio in lungometraggio di Chabrol, nonchè uno dei primi film appartenenti al filone della 'nouvelle vague'; si tratta di una parabola piuttosto didascalica, con un protagonista cristianamente dedito all'altrui bene, che sa porgere l'altra guancia, perdonare, convogliare tutte le proprie forze positive in direzione delle necessità del prossimo. Un po' inverosimile, francamente, ma soprattutto insensato nel finale eccessivamente aperto: il 'bel Sergio' rinsavisce dalla sbornia costatagli quasi la morte, udendo i vagiti del suo neonato figlio. Ma che ne sarà di loro due e della non-amata moglie? Serge non ha mai dato alcun segno di ravvedimento e questo non pone alcuna base fiduciosa per il futuro. L'inquietudine del personaggio, che è in pratica il motivo di interesse maggiore del film, si riflette quindi in questo finale che non è per nulla un finale.
François, trentenne, torna nei luoghi dell'infanzia. Ritrova così l'amico Serge, alcolizzato cronico preda di sbornie violente, sposato con una donna che non ama, in attesa di un figlio. François salverà la vita a Serge, ma questi sarà pronto a cominciare una nuova vita?
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