Regia di John Huston vedi scheda film
Una sfida calcistica destinata ad entrare nella storia, un manipolo di 'eroi' non solo sportivi votati ad una duplice causa: la vittoria, ma anche la fuga; la costruzione 'mitologica' di questa storia è di un'efficacia straordinaria, anche e soprattutto grazie alla presenza, nel cast, di alcune vecchie glorie del pallone (l'inglese Bobby Moore, il belga Paul Van Himst, il polacco Kazimierz Deyna, ma anche lo svedese Hallvar Thorensen e l'argentino Osvaldo Ardiles, al momento ancora in attività entrambi) e del più grande di tutti i tempi, il brasiliano tre volte campione del mondo, l'inimitabile Pelè. Non mancano gli attori 'veri', per quanto gli atleti se la cavino davvero egregiamente, e sono anche qui nomi importanti: Sylvester Stallone, Michael Caine, Max Von Sydow, sempre rispettando un criterio di internazionalità che ben si addice ad un'operazione come questa. Che, paradossalmente, è americana: da una nazione ancora piuttosto digiuna di calcio arriva il migliore tributo a questo sport che sia mai stato realizzato nel mondo del cinema, un inno alla libertà ed alla fratellanza sotto il comune segno del pallone. Certo, non tutto è rose e fiori: in quanto film profondamente americano, non potevano mancare alcune leggerezze votate al buonismo più retorico, in primis il finale trionfale che stupra la realtà storica da cui la pellicola prende spunto. Si tratta di una partita giocata nel '42 fra tedeschi e detenuti ucraini, con in palio la libertà; gli ucraini vinsero, ma furono ugualmente fucilati. Ciò può togliere valore storico (e forse anche morale) al film, ma certo non sminuisce neppure di un briciolo la leggiadra grazia con cui Pelè si libra in volo e, con una monumentale (a sè stesso ed al calcio) rovesciata insacca il gol decisivo. E, di fronte ad un simile spettacolo, si sopporta pure lo smacco di non vedere italiani in campo.
A Parigi i nazisti organizzano una sfida calcistica contro una squadra di reclusi nei campi di concentramento, fra i quali ci sono molti calciatori professionisti. E' l'occasione per organizzare una portentosa fuga, ma quando sul campo, complice anche l'arbitro, le cose si mettono male, i detenuti tirano fuori l'orgoglio e decidono di giocarsela per davvero. Provvidenziale, un'invasione di campo finale li salverà.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta