Regia di John Huston vedi scheda film
La cosa più interessante e divertente del film è forse il fatto di averlo fatto, ed è ciò su cui batte la critica: Huston ha trasformato attori in calciatori e calciatori in attori, ha giocato sulle differenze fra il calcio europeo e quello americano, senza banalizzare troppo sulle differenze topiche tra inglesi e americani di fronte alla guerra, alla vita, alla morale; sa sempre raccontare bene, e mettere in crisi i sogni e le passioni dei singoli, per far scoprire ad ognuno valori diversi da quelli su cui contava (la fuga o la vittoria sportiva?), e che forse si realizzano proprio rinunciandovi (alla fine, confusi tra la folla, si suppone che i giocatori riescano a fuggire e che l'americano si riunisca alla bella francesina che già lo aveva ospitato); forse sempre una battaglia contro ogni forma di fondamentalismo; ma resta un filmetto, un …artificioso fuoco d'artificio, di bravure e di fallacci calcistici, di esercizi preparatori, di arbitri e cronisti venduti, con un occhio fisso al botteghino e con una certa faciloneria. Non si capisce come possa alternare film ottimi ad altri tanto modesti.
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