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Fuga per la vittoria

Regia di John Huston vedi scheda film

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La recensione su Fuga per la vittoria

di steno79
7 stelle

In tempi di Campionato Europeo, con l'Italia che fra due giorni disputerà la finale contro l'Inghilterra, cosa ci può essere di meglio che rispolverare qualche film sul calcio, lo sport più popolare del mondo? La scelta più ovvia pare essere "Fuga per la vittoria" di John Huston, che contamina il genere del film sportivo con l'action avventuroso ambientato durante la Seconda guerra mondiale sul modello di "La grande fuga" con Steve McQueen. La sceneggiatura di Evan Jones e Yabo Yablonski si diverte a rendere omaggio ad un genere che nei decenni passati ha avuto i suoi momenti di gloria, anche se risulta fin troppo disinvolta nel trattamento della materia da un punto di vista storico, con numerose inverosimiglianze o licenze poetiche che fanno pensare a quello che farà Benigni ne "La vita è bella", e che richiedono una vera e propria "sospensione dell'incredulita'" da parte dello spettatore (soprattutto il fatto che Stallone, dopo una fuga rischiosa dal Campo, accetti di tornarci di sua volontà spinto dai leader della Resistenza francese, senza subire gravi conseguenze). Per il resto è un buon film "all'antica", con una prima parte più espositiva e forse più convenzionale e una seconda molto più appassionante e coinvolgente, che culmina nella partita di calcio di circa mezz'ora dove il regista può scatenarsi con riprese che restano fra le migliori del sottogenere calcistico, insieme all'azione di gioco che a quanto pare é stata coordinata da Pele', impegnato in una piccola parte ma di cui si ricorda il gol risolutivo in rovesciata enfatizzato dal ralenty e dal replay. A mio parere il bilancio resta onorevole, per quanto ovviamente non arrivi al livello dei migliori film del grande regista, con un divertito contributo dell'ampio cast in cui spiccano soprattutto Sylvester Stallone ancora nella fase più interessante della carriera, un Michael Caine insolito ma ineccepibile e un von Sydow che fa il gerarca nazista con consumato mestiere; unica donna ad avere un ruolo di un qualche spicco la francese Carole Laure. La musica di Bill Conti é insostituibile come in "Rocky" e conferisce quell'afflato epico che nel finale trascina letteralmente la massa del popolo, dopo aver cantato "La Marsigliese" sugli spalti (ovvia la citazione di "Casablanca") a scendere in campo e trascinare verso la libertà i suoi eroi. Per quanto molto più vicino ad una favola che ad un documento attendibile, il film resta una visione obbligata per i cinefili calciofili ed ha un impianto spettacolare sapientemente valorizzato dalla regia di un Maestro della Settima arte. 

Voto 7/10

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