Regia di Edward G. Muller (Edoardo Mulargia) vedi scheda film
Non solo all'interno della pur prolifica filmografia di Mulargia, autore di serie Z, ma anche nell'intero repertorio dello spaghetti western (che vanta pressochè infiniti titoli), una pellicola su un pistolero ubriaco perso che si soffermi sulla psicologia - banalizzandola a oltranza - dell'uomo e sulle sue sofferenze psichiche, seriamente mancava. La povertà di scrittura (sceneggiatura firmata da Fabrizio Gianni, Ignazio Iquino, Fabio Piccioni e dal regista) si accompagna perfettamente alle limitatissime doti di Mulargia e dei suoi intepreti, in primis lo statunitense Robert Woods, espressivo come una triglia; al suo fianco compaiono nomi di altrettanto scarsa caratura come quelli di Aldo Berti, dello stesso Fabrizio Gianni e delle 'star' di serie B come Rosalba Neri e Mario Brega; in una parte laterale c'è anche il piccolo Giusva (Giuseppe Valerio) Fioravanti, che qualche anno dopo sceglierà di diventare un terrorista fascistoide. Curiosità per quanto riguarda la colonna sonora di Alessandro Alessandroni, che pesca a piene mani, plagiando e clonando a più non posso, dal Morricone della trilogia del dollaro; incomprensibilmente - ma d'altronde ai tempi funzionava così - il film verrà esportato in vari paesi mondiali, nonostante i già citati difetti, il ritmo sonnolento e i toni moralistici davvero obsoleti. 1,5/10.
L'impossibile vendetta di un pistolero alcolizzato, che non riesce in alcun modo a staccarsi dalla bottiglia. I suoi aguzzini sono quattro e stanarli tutti non sarà facile.
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