Regia di Mario Soldati vedi scheda film
Uno dei film più cari a Mario Soldati, tanto da prendervi pure parte in un ruolo di contorno (è un poliziotto), e scritto dallo stesso regista, Ennio Flaiano e Carlo Musso, con la collaborazione di firme prestigiose come quelle di Cesare Pavese (!), Emilio Cecchi e Mario Bonfantini. Una storia originale dopo due adattamenti letterari - Eugenia Grandet di Balzac e Daniele Cortis di Fogazzaro - girati nel 1947, ma soprattutto una storia coraggiosa sull'impossibile ritorno alla normalità al cessare delle ostilità belliche. La storia è infatti ambientata nel 1945, allo scoppiare della pace, ma essendo girata solamente tre anni dopo ha ancora un valore politico e sociale piuttosto forte; soprattutto la scelta di disegnare un protagonista fascista e al contempo 'umano', vittima delle circostanze e capace di sentimenti forti (anche la paura lo è), dà un risalto particolare alla pellicola. Folco Lulli è l'ottimo interprete del ruolo centrale della vicenda, ma di sicuro c'è almeno un altro attore che lascia il segno: Pietro Germi, sempre a suo perfetto agio in parti di uomini burberi e schietti, ovverosia in ritratti del reale Germi. Forse l'elemento drammatico è esagerato, d'altronde in quel periodo il cinema nostrano si dedicava principalmente a melodrammi e neorealismo: inevitabile che la storia di questa Fuga in Francia non possa andare incontro ad un lieto fine. Produce Carlo Ponti, musiche di Nino Rota e scene di Piero Gherardi. 6/10.
Gerarca fascista, alla fine della seconda guerra mondiale, espatria clandestinamente. In Francia cerca di ricostruirsi una vita, ma la sua fama di ricercato gli causerà molti altri problemi...
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